03/11/2015 di Redazione

Terroristi con il software di Hacking Team? La Procura indaga

La Procura di Milano ha disposto perquisizioni nella sede torinese di Mala, società creata da due dipendenti fuoriusciti da Hacking Team Moustapha Maanna e Guido Landi. L'ipotesi è che programmi spia siano finiti in mano a terroristi sauditi ma anche mili

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Il software “spia” di Hacking Team è di nuovo al centro della bufera: secondo la Procura di Milano, il software sviluppato dall’azienda milanese potrebbe essere finito in mano a gruppi jihadisti, forze militari e governi stranieri. Questa l’ipotesi investigativa che ha fatto scattare un giro di perquisizioni nelle sedi di Torino di Mala Srl, la società creata da due ex dipendenti di Hacking Team, Moustapha Maanna e Guido Landi.

Proprio loro, secondo quanto emerso dalle indagini del pm Alessandro Gobbis, avrebbero venduto prodotti riconducibili al codice sorgente Galileo a una società saudita: nei libri contabili c’è, infatti, traccia di un pagamento da 300mila euro per presunti servizi di formazione professionale, in realtà – secondo la Procura – mai erogati e dunque semplice copertura.

Tali clienti sauditi erano già noti ad Hacking Team ma non graditi all’azienda in quanto vicini ad ambienti integralisti. Un’occasione di lucro troppo ghiotta per Maanna e Landi, per cui la doppia accusa è di sabotaggio e furto di proprietà intellettuale. Secondo la Procura, si sarebbero “introdotti abusivamente in un sistema informatico di interesse pubblico per estrarre dati e informazioni tecniche in modo da cagionare il danneggiamento o l’interruzione parziale del funzionamento” e poi avrebbero “utilizzato o comunque rivelato a terzi il codice sorgente rcs Galileo ovvero parti del predetto codice, nonché altri dati di pertinenza di Hacking Team”.

Accuse respinte dal legale dei due ex dipendenti, Sandro Clementi: “Siamo tranquilli e certi”, ha detto, “che le indagini dimostreranno che le accuse che ci vengono mosse sono bufale diffuse da Hacking Team […]. Negli interrogatori di luglio, chiesti da noi abbiamo spiegato i rapporti commerciali della società Mala, giustificati da contratti. Non abbiamo nulla da nascondere, siamo contenti che le indagini vadano avanti. Verrà dimostrata la nostra estraneità”.

Ma il pagamento dei 300mila euro – anzi, 299.970 – è certificato nero su bianco, mentre non c’è traccia dei presunti “servizi di formazione professionale”. La somma proviene da tale Saudi Technology Development, società saudita potrebbe aver agito da intermediatore per un ignoto cliente. A detta degli investigatori, il codice Galielo potrebbe essere stato utilizzato per neutralizzare o per riprodurre il software di spionaggio di Hacking Team, a beneficio di gruppi jihadisti o militari.

 

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