25/05/2016 di Redazione

Toshiba contribuisce alle Ssd di nuova generazione con le Rd400

L’azienda giapponese ha presentato una nuova serie di unità a stato solido, le prime della casa a essere dotate di interfaccia Nvme. Si va dai 128 GB al terabyte di capacità, con velocità di lettura e scrittura sequenziale dichiarate di 2.600 e 1.600 MB/s

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Toshiba si affianca a Samsung e Intel nel superamento dell’interfaccia Sata III, proponendo la sua prima unità a stato solido dotata di protocollo Non-Volatile Memory Express (Nvme). Si chiama serie Rd400, è commercializzata con il brand Ocz ed è disponibile in tagli che vanno da 128 GB a 1 TB. E già qui il vendor giapponese guadagna un punto su Samsung, in quanto il produttore sudcoreano ha presentato finora modelli di Ssd con capacità di 256 e 512 GB. L’unità si collega alla scheda madre tramite interfaccia Pcie di terza generazione (Gen3) x4 e offre velocità di lettura e scrittura sequenziale massime di 2.600 e di 1.600 MB/s, con lettura e scrittura casuale 4 KB che toccano rispettivamente i 210mila e i 140mila Iops. Ovviamente, le velocità cambiano a seconda dei tagli: più l’Ssd è capiente, maggiori saranno le prestazioni.

La nota dolente è legata, come sempre succede in questi casi, al prezzo. Le performance superiori si pagano, anche se la riduzione dei costi per gigabyte di cui sono protagoniste da tempo le unità Ssd ha permesso a Toshiba di commercializzare i modelli Rd400 con prezzi che partono da 60 centesimi di dollaro per GB, per arrivare al dollaro per GB.

L’utenza target del vendor è costituita da appassionati di videogiochi e fanatici tecnologici di vario genere, che sicuramente apprezzeranno la velocità di accesso e di scrittura dei dati delle nuove unità. Lo scorso settembre Samsung aveva presentato i modelli 950 Pro, caratterizzati da prestazioni in lettura e scrittura sequenziale dichiarate rispettivamente di 2.500 e 1.500 MB/s, quindi leggermente inferiori rispetto alla serie Rd400 di Toshiba. Le velocità casuali in lettura toccavano invece i 300mila Iops, mentre le scritture arrivavano a 110mila.

 

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