01/09/2017 di Redazione

Toshiba temporeggia sulle memorie, in corsa Wd, Apple e Foxconn

L'attesa decisione sulla vendita della divisione che produce e commercializza i chip di memoria non è ancora arrivata. La società giapponese prosegue con i negoziati, svelando l'identità dei tre consorzi interessati all'acquisto (fra i cui protagonisti sp

immagine.jpg

Non c'è ancora una destinazione per i chip di memoria di Toshiba: nessun accordo è stato al momento finalizzato con Western Digital, come invece suggerivano alcune indiscrezioni circolate nei giorni. Nella necessità di fare cassa per saldare i debiti legati al business dell'energia nucleare, Toshiba in questi mesi non si è fatta mancare cause legali e richieste di risarcimento nei confronti di Wd, con cui condivide spazi e attività nel polo produttivo di Yokkaichi, in Giappone. Sembrava comunque ci fossero pochi dubbi sull'ipotesi della vendita a Western Digital, pur rimandata ripetutamente per via di disaccordi sulla somma.

Ora, invece, un comunicato ufficiale di Toshiba rimette in pista altri candidati. “Toshiba”, recita la nota, “sta proseguendo con le negoziazioni con tre consorzi di potenziali acquirenti”. Il primo è un gruppo “misto”, nipponico e statunitense: capeggiato da da Bain Capital Private Equity, include anche Innovation Network Corporation of Japan, Development Bank of Japan ed Apple; il secondo consorzio include, invece, Western Digital; il terzo comprende Foxconn, cioè la taiwanese Hon Hai, uno tra i principali fabbricanti di iPhone per conto della Mela.

Dal consorzio capeggiato da Bain Capital sarebbe giunta finora l'offerta migliore, a detta di Reuters: 18 miliardi di dollari. Toshiba però prende tempo, almeno ufficialmente, smentendo le “speculazioni” secondo cui l'accordo avrebbe dovuto chiudersi in settimana e spiegando che “le trattative con ciascuno dei consori non hanno raggiunto un punto tale da permettere al board dei dirigenti di Toshiba di prendere una decisione sulla vendita”. L'acquirente desiderato, prosegue la nota, dovrà “garantire capacità decisionale flessibile e rapida e condizioni finanziarie migliorate, e dovrà promuovere la futura crescita del business delle memorie di Toshiba”.

Nulla di più è dato sapere al momento, se non che la società giapponese “intende proseguire le trattative con poteniali offerenti per raggiungere il prima possibile un accordo definitio che soddisfi i nostri obiettivi”. Ma c'è anche chi, come l'editorialista di Bloomberg Tim Culpan, evidenzia come la situazione finanziaria di Toshiba non sia più tanto disperata da obbligare la società a vendere parte del suo business. I chip di memoria flash, in fondo, potrebbere restare lì dove sono.

 

 

ARTICOLI CORRELATI