16/12/2011 di Redazione

Tra non molto non sapremo più cos'è la privacy

Trend Micro è la prima azienda di sicurezza a pubblicare le proprie previsioni sulle minacce informatiche per il 2012. Non ci sono grandi sorprese, ma l'azienda ha colto un aspetto sociale rilevante: stiamo perdendo di vista l'importanza della privacy.

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Trend Micro apre le danze delle previsioni per il 2012 nel settore della sicurezza, puntando sul rischio delle politiche BYOD (Bring Your Own Device), e sulla maggiore sofisticazione degli attacchi, e l'immancabile richiamo a smartphone e tablet. L'azienda ha compilato una lista con 12 minacce per il 2012 (PDF), che si organizza attorno a quattro aree generali: tendenze IT principali, scenario mobile, scenario degli attacchi e falle/perdite dati.

Una pagina del documento creato da Trend Micro

Secondo Trend Micro per chi si occupa di data center la sfida più grande sarà gestire la sempre maggiore complessità. Attenzione però a non compiere l'errore di preoccuparsi solo per macchine virtuali e cloud computing, perché "le minacce tradizionali risultano assolutamente efficaci anche nei confronti di questi nuovi obiettivi. Le piattaforme virtuali e cloud sono facilmente attaccabili e difficilmente tutelabili. Il problema ricadrà quindi sui responsabili IT, chiamati a mettere in sicurezza i dati aziendali nel momento in cui verranno implementate queste tecnologie".

L'abitudine sempre più diffusa di usare dispositivi personali anche per lavoro, la politica nota come BYOD, si conferma un problema a cui far fronte con attenzione, perché s'introducono in ambienti protetti sistemi vulnerabili e potenzialmente pericolosi.

Quanto a smartphone e tablet, Trend Micro sottolinea come il maggior problema non stia tanto nel malware che si diffonde anche tramite gli appstore ufficiali – che comunque aumenterà - ma piuttosto in vulnerabilità presenti nelle singole applicazioni, che possono portare alla perdita e al furto di dati.

L'azienda ricorda infine come la nuova "generazione del social networking" finirà per cambiare il concetto di privacy. Facebook, Twitter simili ci rendono "più inclini a fornire online dati personali a target più estesi, che vanno oltre la cerchia di amici e conoscenti". E questo, unito al successo di questi servizi farà sì che "in breve tempo gli utenti attenti alle questioni di privacy diventeranno la minoranza, prospettiva alquanto allettante dal punto di vista dei cybercriminali."

Una tendenza quest'ultima che è sotto gli occhi di tutti. Chiunque abbia un account su Facebook può verificare come sia piuttosto facile recuperare dati, anche personali, più o meno di chiunque, con un sforzo relativamente piccolo e senza violare la legge. Chi non si fa fermare dai limiti legali, poi, ha praticamente le porte aperte, ma non perché il servizio in sé sia particolarmente vulnerabile, ma piuttosto perché sono gli utenti stessi a rendere disponibili i dati senza preoccuparsi quanto dovrebbero.


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