20/07/2018 di Redazione

Trump difende Google, l'Europa non si dimentica di Qualcomm

Mentre il presidente statunitense pensa a criticare la sanzione da 4,3 miliardi di euro per le pratiche anticoncorrenziali di Android, l'antitrust Ue ha prolungato l'indagine sul chipamker, accusato di aver venduto processori sottocosto ai danni di Icera.

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Dopo Google, è la volta (ancora) di Qualcomm. La nuova indagine avviata dall'antitrust Ue sulle pratiche commerciali del produttore di chip californiana solleva una domanda: è un'Europa che fa solamente il proprio lavoro di tutela dei suoi cittafini oppure un'Europa che, come sostiene Donald Trump, si accanisce contro le grandi multinazionali tecnologiche staunitensi? Come la Google appena multata con la cifra record di 4,3 miliardi di euro perché abuserebbe della posizione dominante di Android nel mercato dei softwtare per smartphone. O come Facebook, colpita l'anno scorso dalla più mite sanzione di 110 milioni di euro per la mancata trasparenza sull'uso dei dati di Whatsapp. E come dimenticare i 13 miliardi di euro chiesti a Apple come risarcimento per i mancati versamenti fiscali in Irlanda?

 

Il punto di vista di molte testate giornalistiche statunitensi ricarlca con qualche raffinatezza in più quello monolitico di Donald Trump, il quale con toni a metà tra infantilismo e populismo ha pubblicato un tweet che si commenta da solo. A suo dire, l'Unione Europea avrebbe “dato un ceffone” a “una delle nostre grandiose aziende, Google” con una multa che rappresenta un modo per “approfittarsi degli Stati Uniti”.

 

 

Decisamente più sensata è l'argomentazione dell'amministratore delegato Sundar Pitchai, che pacatamente ma con decisione in un blogpost ha rimarcato come Android abbia aumentato e non ridotto la libertà nel campo degli smartphone, a vantaggio sia degli utenti sia dei produttori di hardware. Di certo, in questi anni Margrethe Vestager ha preso molto seriamente il proprio incarico di commissario europeo per la concorrenza, come dimostrano le numerose indagini portate avanti e, ora, l'ulteriore investigazione avviata su Qualcomm.

 

Il chipmaker californiano era già stato riconosciuto dall'antitrust di Taiwan colpevole di aver approfittato della propria posizione nel mercato dei processori per smartphone, imponendo agli Oem dei contratti sfavorevoli e pagamenti esagerati per le licenze d'uso. All'inizio dell'anno, poi, da Bruxeless la commissione guidata da Vestager aveva scagliato una multa da quasi un miliardo di dollari per via delle scorrette pratiche commerciali adoperate per garantire ai suoi modem Lte l'esclusiva sugli iPhone. Nei contratti di fornitura, infatti, erano previste penali nel caso Apple avesse usato componenti di altri produttori (l'accordo è poi scaduto nel 2016).

 

L'antistrust della Commissione Europea evidentemente non si è ancora stufato di pensare a Qualcomm, perché ora con la nuova indagine appena avviata dovrà capire se la societù abbia danneggiato la concorrente Icera, vendendo sottocosto i propri chip proprio a tale scopo. Società britannica dal 2011 acquisita da Nvidia, Icera è una vecchia spina nel fianco per Qualcomm perché già nel 2015 l'antitrust Ue aveva cominciato a indagare su possibili abusi di posizione dominante nella vendita di modem 3G e 4G, smerciati a un costo inferiore ai prezzi di mercato proprio per intralciare la concorrente tra il 2009 e il 2011. Ora, come riporta Reuters, nella giornata di mercoledì è stata depositata una nuova statement of objections in cui ci si focalizza su “alcuni elementi del test prezzo-costi, usato dalla Commissione per stabilire in che misura i chipset Umte baseband siano stati venduti da Qualcomm”. Lo statement of objections quindi restringe il campo dell'indagine in corso dal 2015 e allo stesso tempo la prolunga.

 

Se riconosciuta colpevole, la società califoniana rischia una multa di importo massimo pari al 10% del suo fatturato mondiale. Ma il produttore degli Snapdragon ha forse ormai fatto il callo a minacce di questo tipo, come si deduce dal commento rilasciato ieri da Don Rosenberg, general counsel ed executive vice president: “Questa indagine, giunta al suo nono anno, si riferisce a presunti danni del 2009-2011, verso un concorrente che anni dopo ha deciso di uscire dal mercato per ragioni slegate da Qualcomm. L'indagine si è ristretta, ma siamo delusi di vederla continuare e cominceremo immediatamente a preparare la nostra replica a questa statement of objections supplementare. Crediamo che, una volta che la Commissione avrà esaminato la nostra risposta, capirà che le pratiche di Qualcomm sono a favore della competizione e totalmente in linea con le regole europee”.

 

 

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