17/04/2007 di Redazione

Ubuntu Linux si distingue sempre di più

Grazie alle sue nuove funzioni di virtualizzazione, Ubuntu inizia a distaccare le altre distro. La prossima settimana in arrivo Ubuntu Server, Ubuntu Desktop, Edubuntu, Kubuntu, e Xubuntu.

Introduzione

Giovedì prossimo sarà Ubuntu-DAY con il rilascio di ben cinque versioni di degno interesse della distro Linux più "gettonata" del momento. Ubuntu Server, Ubuntu Desktop, Edubuntu, Kubuntu, e Xubuntu saranno certamente al centro dell'attenzione open non solo perché sono basate tutte sul kernel Linux 2.6.20, ma per i target di riferimento diversi.  

Edubuntu guarda agli ambienti didattici; Kubuntu sfrutta le potenzialità dell'interfaccia KDE 3.5.6 anziché Gnome 2.18; Xubuntu integra XFCE 4.4 per operare anche su sistemi un po' vecchiotti.

La versione desktop permette un'agevole migrazione da Windows grazie alla presenza di un tool che gestisce i siti preferiti di Internet Explorer e Mozilla Firefox, gli sfondi, e i contatti gestiti dei software di IM di AOL e Yahoo. Non manca, inoltre, un wizard per l'istallazione di codec proprietari per la riproduzione multimediale.

Ubuntu Server, secondo numerosi esperti, con l'ultima versione 7.04 è destinato ad incrementare il suo successo grazie anche alla presenza di due nuove tecnologie di virtualizzazione.Lo sviluppatore Canonical ha implementato, infatti, il paravirt-ops VMware VMI (Virtual Machine Interface), una sorta di layer che permette a Linux di interagire meglio con i software di virtualizzazione più comuni, e KVM (Kernel-based Virtual Machine), la soluzione che permette a Linux di eseguire altri sistemi operativi come ospiti su sistemi x86 con estensioni Intel VT o AMD-V.

L'aspetto più interessante è che l'approccio è completamente diverso rispetto a Red Hat Enterprise Linux e Novell Suse Linux Enterprise Server - che di fatto utilizzano il software Xen, ma non paravirt-ops.

"VMware e KVM sfruttano un comune kernel Ubuntu, mentre Xen non può prescindere da un kernel separato che lo rende difficile da testare. Spero quindi che non la prossima release i ragazzi di Xen possano risolvere la cosa", ha spiegato Mark Shuttleworth, CEO di Canonical.

Ubuntu è diventato decisamente popolare grazie alla sua qualità complessiva, che secondo Canonical permetterà la conquista di share di "mercato" nel segmento server. Feisty Fawn, così si chiama in codice l'ultima versione, avrà un occhio di riguardo per il software proprietario. "Gli utenti potranno scaricare ed istallare software proprietario da utilizzare liberamente anche se Ubuntu non dispone del diritto di distribuzione", ha aggiunto Shuttleworth. "Dobbiamo stare attenti a come ci muoviamo, per la complessità dei brevetti". Inoltre, oltre a questa funzione, non manca un tool di debugging (Apport) che elabora i rapporti dei crash per gli sviluppatori.

"Ubuntu sfrutta l'interfaccia GNOME, e fondamentalmente questa è gradita da almeno il 60% degli utenti", ha sottolineato Shuttleworth. "Gli altri utilizzano Kubuntu, che si basa sull'interfaccia KDE".

L'unione farebbe la forza…

Secondo Shuttleworth la competizione crea qualche beneficio, ma in un mondo perfetto gli sviluppatori e gli utenti non dovrebbero preoccuparsi del confronto tra interfacce. "Sembra che stiamo perdendo di vista gli obiettivi e sprecando talento. Se avessimo un unico ambiente certamente disporremmo di più funzioni e meno bug", ha sottolineato il CEO di Canonical. "Ma in fondo viviamo nel mondo in cui viviamo".

Al momento, comunque, è considerato positivo il fatto che l'interfaccia 3D, che era disponibile in due varianti con i progetti Compiz e Beryl, sia ritornata unica. "I due progetti si sono riuniti. È una grande notizia. Abbiamo visto tanta innovazione in Beryl, ma è certamente più semplice avere a che fare con una sola soluzione".

La profittabilità è ancora una speranza per Canonical, ma forse per Shuttleworth non ancora una priorità - dato che la vendita della sua società di sicurezza Thawte Consulting, a Verisign, ha fruttato 575 milioni di dollari nel 2000.

"Sarei felice di finanziare Ubuntu per pura filantropia. Ma penso che sia possibile trasformare tutto questo in un business auto-sufficiente", ha concluso Shuttleworth.

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