21/07/2017 di Redazione

Una Qualcomm assediata prova a difendersi attaccando

A sostenere le tesi di Apple nella guerra sui brevetti si sono aggiunte anche Intel, Amazon, Google e Microsoft. Nel frattempo il chip maker ha chiesto a due tribunali tedeschi di bloccare importazione e vendita di iPhone in Germania.

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Qualcomm sembra dare fastidio al gotha della tecnologia. A contestare le pratiche commerciali del produttore di chip, impegnato in una causa legale contro Apple che si prevede lunga e sanguinosa, si sono aggiunti in queste ore anche Intel, Amazon, Google e Microsoft per mezzo della Computer & Communications Industry Association. In particolare il colosso di Santa Clara, numero uno al mondo nel campo dei processori per Pc e server, ha accusato Qualcomm di sfruttare la situazione e le future decisioni della International Trade Commission (Itc) statunitense non per far valere il proprio diritto e tutelare i brevetti, ma per “domare potenziali avversari e schivare la competizione sul terreno naturale dei meriti”. Ovviamente il competitor sarebbe Intel, le cui quote di mercato nel campo dei chip mobile sono irrisorie se confrontate con quelle di Qualcomm, il monopolista de facto del settore.

Una decisione della International Trade Commission in favore del produttore di San Diego avrebbe, secondo Intel e le altre aziende, ripercussioni molto negative perché consoliderebbe anche secondo il diritto la sua posizione dominante. Come prima conseguenza, questa è la tesi, si registrerebbe un aumento dei prezzi dei processori a discapito degli utenti.

Nel continuo botta e risposta fra le parti in causa, che al momento ha avuto come effetto devastante il tracollo degli utili trimestrali per Qualcomm (meno 40% a 865 milioni di dollari), va registrata un’altra mossa dello stesso chip maker. Dopo aver chiesto a inizio mese alla Itc di bloccare le importazioni dell’iPhone negli Usa, in seguito alla decisione di Apple di non pagare più le dovute royalty a Qualcomm, la società guidata da Steve Mollenkopf ha avanzato una richiesta analoga a due tribunali tedeschi.

I giudici delle corti di Monaco di Baviera e di Mannheim hanno ricevuto i documenti per aprire l’ennesima causa di presunta violazione di brevetti, accompagnata da una richiesta di risarcimenti e dall’emanazione di un decreto ingiuntivo per bloccare l’importazione in Germania dei melafonini. Secondo la spiegazione di Don Rosenberg, executive vice president e general counsel di Qualcomm, le tecnologie coperte da brevetto non sarebbero però soggette in questo caso a licenze Frand (fair, reasonable and non-discriminatory).

 

Intel è entrata a gamba tesa nella disputa legale fra Qualcomm e Apple

 

Sono proprio queste tipologie di brevetti, che salvaguardano la proprietà intellettuale di tecnologia ritenute fondamentali per il corretto funzionamento dei dispositivi elettronici, ad aver innescato la battaglia legale fra il chip maker e Apple. A detta dell'azienda di Tim Cook, infatti, i prezzi fissati da Qualcomm sarebbero cinque volte più alti di quelli mediamente pagati per altre licenze e senza peraltro avere a che fare con elementi a valore aggiunto, ma limitandosi proprio alle tecnologie essenziali come i processori baseband per la connettività.

Una tesi sostenuta ora con forza anche da Intel, che accusa Qualcomm di abusare della propria posizione ricorrendo anche a pratiche non competitive note come “no licenza, no chip”. Secondo la società guidata da Brian Krzanich queste policy prevedono che il produttore Oem paghi royalty “esorbitanti” al titolare dei brevetti per ogni dispositivo venduto, a prescindere dalla presenza di processori Qualcomm.

Ogni violazione verrebbe contrastata con la minaccia di tagliare la fornitura di componenti. In attesa di eventuali nuovi capitoli di quello che è ormai diventato lo scontro più “caldo” fra giganti hi-tech degli ultimi tempi, al momento si sa che l’Itc dovrebbe iniziare a esaminare le carte ad agosto, mentre le prime udienze del processo dovrebbero essere fissate nel 2018.

 

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