27/09/2018 di Redazione

Vent'anni di Google Search, com'era e come sarà il “re del Web”

Il motore di ricerca di Mountain View nasceva vent'anni fa. Molti i cambiamenti introdotti, restando fedeli al principio della rilevanza. Il futuro sarà più ricco di immagini e più personalizzato.

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É uno dei simboli più forti dell'intero Web: il motore di ricerca di Google è entrato nelle vite di miliardi di persone, trasformando il modo in cui quotidianamente ci affacciamo sul mondo, ci nutriamo di notizie e troviamo informazioni di qualsiasi genere. Oggi compie vent'anni, festeggiando l'anniversario con un Doodle in tema, cui è associato un video che ripercorre a grandi tappe la storia di questa tecnologia. Era il 1998 quando due studenti PhD dell'Università di Stanford, Sergey Brin e Larry Page, dopo due anni di ricerca e sviluppo lanciarono uno strumento che permetteva di determinare il “ranking”, cioè l'importanza di una pagina Internet relativamente a un'altra, sulla base dei link. All'epoca il World Wide Web conteneva 25 milioni di pagine, grosso modo l'equivalente della somma dei libri di una piccola biblioteca.

Da allora, come noto, l'algoritmo di Google Search si è evoluto con innumerevoli modifiche, ha beneficiato dei progressi dell'intelligenza artificiale e si è arricchito di strumenti sempre più sofisticati, consentendo di ricercerare testi ma anche immagini, video, notizie, articoli in vendita sul Web e altro ancora, incrociando numerosi criteri. Il dominio di Google nell'ambito delle ricerche Internet è indiscusso: secondo i conteggi di Statcounter ha il 90,91% di un mercato di cui Bing, Yahoo, Baidu e Yandex raccolgono solo le briciole.

Attualmente, secondo quanto dichiarato dall'azienda di Mountain View, ogni giorno vengono eseguite sul motore di ricerca miliardi di query, il 15% delle quali non sono mai state digitate prima in tale forma. “Considerati i volumi”, ha scritto Ben Gomes, vice president Search, News and Assistant di Google, “l'unico modo per poter garantire che Search sia efficace è un approccio algoritmico. Questo ci aiuta non solo a risolvere le query già osservate in passato, ma anche quelle non previste del futuro”.

Gomes ha esplicitato alcuni punti fermi del metodo di Google: focalizzarsi sulle esigenze dell'utente, applicare come primi criteri di ranking la rilevanza e la qualità dell'informazione e testare attentamente qualsiasi modifica prima di introdurla stabilmente nella piattaforma. “L'anno scorso abbiamo eseguito oltre 200mila esperimenti, da cui sono risultate oltre 2.400 modifiche”, ha svelato il vice president.

Il futuro? Oggi la società di Sundar Pitchai, e con lei il motore di ricerca, sono sotto i riflettori della discussione sulla privacy, oltre che sotto la pressione delle interrogazioni parlamentari in corso negli Stati Uniti proprio sul tema della protezione dei dati e della neutralità dell'informazione. Limitandoci a quanto fatto sapere da Google – in forma un po' astratta – possiamo dire che Search cambierà in tre modi: invece di focalizzarsi solo sulle risposte, penserà al “viaggio” dell'utente Web, aiutandolo a portare a termine impegni quotidiani e a scoprire cose nuove. In secondo luogo, le query non dovranno più essere il principale strumento di accesso all'informazione, perché in base agli interessi dell'utente Search suggerirà contenuti personalizzati. Nell'era dell'immagine (basti pensare alla crescita di Instagram ai danni di Facebook), infine, “passeremo dal testo a un modo più visivo di reperire le informazioni”, ha spiegato Gomes. “Porteremo più contenuti visivi su Search e riprogetteremo completamente Google Immagini”.

 

 

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