24/04/2012 di Redazione

Virtualizzazione e Ssd: cambia il data recovery

Moltiplicazione dei supporti di storage, quantità di informazioni archiviate sempre più massicce, crescita delle soluzioni virtualizzate: così Kroll Ontrack sintetizza la storia recente di un'attività sempre più critica e strategica in seno alle aziende.

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Il Big Data è anche Big Loss, e lo conferma anche uno specialista del recovery come Kroll Ontrack. La società americana, specializzata in materia di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics, ha analizzato i numeri e i perché dell’ultimo biennio di episodi di perdita e recupero di contenuti archiviati su hard disk, Ssd, periferiche, server e ambienti virtualizzati. Osservando una serie di cambiamenti a partire da un’evidenza di fondo: più cresce la quantità di informazioni prodotte e custodite, più si incrementa il rischio di perderle.




Due anni possono sembrare pochi per tracciare un percorso evolutivo, ma sappiamo che in termini informatici sono un tempo lunghissimo. Un tempo in cui, soltanto in Italia, Kroll Ontrack dichiara di aver recuperato per i suoi clienti quasi 2 Petabyte di dati, di cui 850 TB nel 2010 e oltre 1.000 TB nel 2011. L’incremento da un anno all’altro già rende l’idea del trend generale, un trend destinato a crescere in parallelo all’ampliamento di capacità dei diversi supporti per lo storage, fisico o virtuale.

Soltanto nel 2010, il 70% dei supporti della clientela italiana di Kroll Ontrack poteva vantare una capacità non superiore a 250 GB, ma nel 2011 la quota è scesa al 60%. È cresciuta invece, parallelamente, la percentuale dei device più generosi di spazio: tra 2010 e 2011 quelli compresi fra 250 e 500 GB sono passati dal 22% al 27% del totale, quelli tra 500 GB e 1 TB dal 7% al 10%. E per quanto riguarda i “giganti” superiori a 1 TB, la quota è salita dall’1% al 3%.

“Negli ultimi anni - commenta Paolo Salin, country director di Kroll Ontrack in Italia - abbiamo assistito a una crescita esponenziale della capacità dei supporti. I dispositivi da 1TB e oltre non sono più così rari. E l’industria, causa il basso costo al GB, è sempre più orientata a produrre dischi e supporti più capienti".

"Tra i principali utilizzatori delle ampie capacità - prosegue il manager - figurano gli utenti privati, poiché i contenuti multimediali come foto, video, audio richiedono molto spazio di archiviazione. In generale, i supporti fino a 250 GB appaiono ormai sottodimensionati sia per uso professionale che privato, tant’è che abbiamo visto una contrazione sensibile a favore di media di capacità superiore”.

Kroll Ontrack nota anche una curva ascendente nelle richieste di recupero da supporti di tipo Solid State Drive, sia da parte di aziende e sia di utenti consumer: nel 2011, quasi triplicate rispetto all’anno precedente. Crescono anche, del 31%, i casi di data recovery da sistemi (Redundant Array of Independent Disks, una tecnologia di storage che combina più dischi rigidi su un solo supporto), mentre sono addirittura quintuplicati gli episodi di recupero da ambienti virtualizzati.

Con pizzico di meritato vanto, l’azienda sottolinea anche un aumento complessivo delle richieste di supporto e recupero dati ricevute in Italia nel biennio: nel 2011 sono state 7.012, ovvero il 5,5% in più rispetto al 2010. Un segno di buona salute per il business di Kroll Ontrack, ma forse anche della sempre maggior frequenza degli incidenti che si verificano in un mondo ormai sommerso di informazioni digitalizzate.

“Da un lato – ha commentato Salin  – è evidente che le informazioni in formato elettronico sono ormai risorse strategiche, dall’altro si conferma il valore aggiunto che i servizi professionali di data recovery che eroghiamo rappresentano per i nostri clienti”.

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