07/11/2019 di Redazione

Visori di realtà aumentata: Apple ci lavora, Google “regala” Cardboard

Secondo indiscrezioni, l’azienda di Cupertino starebbe collaborando con Valve per produrre il suo primo modello. A Mountain View, intanto, si sceglie di rendere open source il progetto Cardboard.

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Per Apple i visori di realtà aumentata sono uno tra i pochi tasselli ancora mancanti in un’offerta hardware che spazia tra smartphone e computer, tra auricolari e smart speaker, tra smartwatch e tablet. Indiscrezioni del sito DigiTimes confermano precedenti rumors dell’analista Ming-Chi Kuo (una tra le massime fonti di notizie ufficiose su Apple), secondo il quale l’azienda di Cupertino starebbe collaborando con altre società per mettere a punto il suo primo dispositivo di AR. Ma questa volta c’è anche un nome, quello di Valve, azienda di Washington meglio nota per aver sviluppato la piattaforma di videogioco online Steam. 

Con lei Apple già aveva collaborato nel 2017 per introdurre in macOS High Sierra il supporto nativo ai visori di realtà virtuale. Un campo affine, ma distinto da quello della realtà aumentata, dove invece operano Google (con i Google Glass e con il progetto Cardboard), Microsoft con gli Hololens (più precisamente, questi ultimi sono visori olografici di realtà mista). Valve ha all’attivo anche una collaborazione con Htc per la progettazione e creazione dei visori Htc Vive e anche in questo caso si tratta di virtual e non di augmented reality.

Stando alle indiscrezioni del DigitTimes, Valve sta collaborando con Apple in qualità di sviluppatore software, mentre la produzione materiale dei visori sarà affidata a Quanta Computer e Pegatron, due costruttori per conto terzi di Taiwan. Il lancio degli ipotetici visori Apple potrebbe collocarsi nella seconda metà del 2020, certamente non prima.

Cardboard diventa open source
Un’altra notizia riguarda invece un pioniere della realtà aumentata, cioè Google. Il mese scorso l’azienda aveva deciso di interrompere la produzione dei visori Daydream VM, basati sulla omonima piattaforma software, ammettendo di non aver incontrato la sperata risposta sul mercato. Ora, invece, Google ha fatto una sorta di passo indietro sul progetto Cardboard, incentrato su un kit “fai-da-te” con cui è possibile trasformare uno smartphone Android o un iPhone in un sistema di realtà aumentata.

 

 

Le risorse software diventano open source: Google pubblicherà le librerie e le Api necessarie agli sviluppatori per realizzare in autonomia applicazioni Android e iOS funzionanti con i visori di cartone. Dal lancio, nel 2014, la società ha distribuito oltre 15 milioni di kit per la costruzione dei visori, ma la domanda non è più sufficiente a giustificare un impegno pieno. 

L’utilizzo generale di Cardboard è diminuito nel tempo e non stiamo più sviluppando attivamente l’Sdk di Google VR”, ha scritto Jeffrey Chen, product manager AR & VR di Google, “ma vediamo ancora un notevole impiego nell’ambito di esperienze di intrattenimento ed educazione, per esempio su YouTube ed Expedition, e vogliamo assicurarci che l’approccio di Cardboard a una realtà virtuale essenziale e accessibile a tutti rimanga disponibile”.

 

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