07/03/2016 di Redazione

Vmware cambia rotta per la nuova fase della virtualizzazione

Il core business dell’azienda, rappresentato da Vsphere, oggi vale il 40% del fatturato, mentre crescono i servizi per le telecomunicazioni, con il supporto alle funzioni di rete virtualizzate e allo storage definito dal software, il cloud e la mobilità.

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La virtualizzazione si evolve e tocca anche a Vmware darle un nuovo volto. Prodotti “storici” e ormai maturi come la piattaforma Vsphere, che un tempo rappresentavano praticamente la totalità del fatturato, costituiscono una quota minoritaria del giro d’affari aziendale. Il futuro è delineato dalla virtualizzazione delle funzioni di rete, dal cloud e dalla mobilità. “Già oggi fino al 70% del nostro business è rappresentato da soluzioni come Nsx, Vsan e dall’offerta di sicurezza: il mondo in cui Vmware è nata è profondamente cambiato e il nostro obiettivo oggi è aiutare le imprese in un percorso completo di trasformazione digitale, con prospettive più ampie rispetto a quanto si faceva in origine soltanto sui server”, commenta Alberto Bullani, regional manager Italia di Vmware, che approfitta dei sostanziosi annunci fatti di recente dalla società per accennare anche all’andamento dell’ultimo anno. “Nel nostro Paese gli ultimi dodici mesi fiscali sono stati molto positivi: siamo stati la seconda area in Emea come performance, con un più 16% anno su anno”, aggiunge Bullani. “E anche il primo semestre del 2016 è partito bene”.

Numerosi annunci, si diceva: prendendo la palla al balzo, Vmware ha svelato dai palchi dell’ultimo Mobile World Congress (Mwc) di Barcellona la nuova strategia, rivolta ai fornitori di servizi, per l’adozione delle funzioni di rete virtualizzate grazie alla piattaforma Vcloud Nfv, a cui si aggiungono le novità gestionali garantite da Vrealize per gli ambienti cloud telco dinamici (Vmware ha creato una business unit ad hoc per gestire la clientela rappresentata dalle compagnie di telecomunicazione).

Con Nsx e la virtualizzazione delle funzioni di rete si possono aggiungere componenti di sicurezza all’interno dei data center, senza concentrarsi solo sul perimetro della sala macchine e seguendo il concetto di “zero trust” (non fidarsi di nessuno). A questa opportunità si affiancano le potenzialità di Workspace One, altra soluzione appena presentata da Vmware che sposa in pieno lo stile di lavoro flessibile e il bring your own device (Byod).

“L’integrazione con Workspace One consente la profilazione dell’utente, che può accedere soltanto dove l’It lo consente”, spiega Rodolfo Rotondo, business solution strategist area Semea di Vmware. “In questo modo si restituisce all’It un ambiente omogeneo guidato da policy, che rimane comunque flessibile e semplice per consentire l’utilizzo di qualsiasi app su qualsiasi dispositivo, in ogni luogo”.

 

 

 

Mobilità digitale per allargare i confini dell’ufficio

Lo spazio di lavoro diventa così digitale e non più confinato tra le mura dell’ufficio. Ma la gestione dei dispositivi è fondamentale per garantire la sicurezza dei dati. La risposta di Vmware in questo senso è incarnata dall’offerta di Airwatch, azienda di soluzioni di Enterprise mobility management acquisita nel 2014. A febbraio il gruppo ha presentato Airwatch 8.3, progettato per dare agli utenti la stessa semplicità d’uso delle applicazioni quotidiane, ma sui terminali mobili aziendali.

Con Airwatch 8.3, che rappresenta il primo vero frutto dell’integrazione con la tecnologia Vmware, è possibile accedere a qualsiasi app e a tutta l’infrastruttura da qualsiasi dispositivo, sfruttando il single sign-on (Sso) per un ingresso immediato nello store personalizzato di applicazioni enterprise. Così facendo, l’utente può sottoscrivere tutte le tipologie di app mobili e servizi cloud a disposizione, mantenendo ovviamente separati i dati personali da quelli aziendali.

E, sempre dal Mwc di Barcellona, è arrivata la notizia della nascita di Appconfig, comunità che vede tra i soci fondatori proprio Airwatch, oltre a Ibm (con cui Vmware ha sottoscritto una partnership sul cloud ibrido), Jamf e Mobileiron. L’obiettivo del gruppo è aiutare gli sviluppatori nel semplificare realizzazione e distribuzione delle app, consentendo così un’adozione più rapida di applicazioni aziendali. Composta in totale da sessanta membri, le sue best practice sono supportate sia dai partner di Apple, sia da altre realtà come Cisco, Oracle, Salesforce, Box e Workday.

 

 

Appconfig dalle “ceneri” di App Configuration for Enteprise (Ace), consorzio lanciato nel 2015 dalla stessa Airwatch: società che “sta crescendo anche in Italia, godendo forse di un riflesso positivo delle prestazioni di Vmware nel 2015”, conclude Marenza Altieri-Douglas, enterprise account executive di Airwatch. Secondo Idc, nel comparto dell’Enterprise mobility management, nel 2014 l’azienda deteneva la principale quota di mercato con l’11%, in aumento del 78% rispetto al 2013.

 

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