14/10/2015 di Redazione

Vmware spinge sul cloud ibrido, obiettivo digital transformation

In occasione dell’edizione europea del Vmworld, la multinazionale presenta alcune novità e aggiornamenti. Ma l’attenzione resta concentrata sulle prospettive dell’acquisizione di Emc da parte di Dell. L’intervista esclusiva al Ceo, Pat Gelsinger.

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La notizia della mega-acquisizione di Emc da parte di Dell, preannunciata da numerosi rumors, è arrivata il giorno prima dell’inizio dei lavori di un appuntamento internazionale importante per Vmware. L’edizione europea del Vmworld, tenutasi a Barcellona il 13 e il 14 ottobre, è stata quindi attraversata dagli interrogativi, dalle curiosità e dalle prospettive di una nuova configurazione di mercato, che però non ha distratto più di tanto il top management della multinazionale, concentrato sulla nuova filosofia sintetizzata dallo slogan “one cloud, any application, any device”, lanciato nel corso dell’evento mondiale di fine agosto a San Francisco.

È stata in ogni caso proprio Vmware, tanto per mettere ulteriore “sale” nel già ricco piatto, a inaugurare la prima giornata dei lavori con un ulteriore elemento di riflessione, rilasciando un’anticipazione dei risultati del terzo quarter.  Il trimestre chiude con 1,672 miliardi di dollari di fatturato, facendo registrare un più 10% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno (anche se il giro d’affari delle licenze cresce “solo” del 7%, facendo registrare un fatturato di 681 milioni di dollari). L’utile netto non-Gaap, infine, è di 1,02 dollari ad azione, con una crescita del 18% anno su anno. Nonostante le performance e le nuove prospettive aperte dall’operazione Dell-Emc, il mercato non ha accolto con grande calore le notizie e le azioni Vmware hanno perso quasi il 10% nelle 24 ore successive all’annuncio dell’acquisizione.

 

 

Come è già stato chiarito da Michael Dell e Joe Tucci di Emc, Vmware, che ha una capitalizzazione di circa 33 miliardi di dollari, è stata in parte restituita ai vecchi azionisti Emc sotto forma di “tracking stock”, un tipo di azione che viene trattata dal normale mercato borsistico ma che fa riferimento solo alle attività correlate direttamente a Vmware. Prima della fusione, Emc possedeva circa l’80% delle azioni ordinarie di Vmware, mentre dopo l’ufficializzazione dell’acquisizione, fatto salvo il flottante di azioni ordinarie (il 20%) che rimane sul mercato, Dell ha trattenuto circa il 30% delle quote mentre ha re-introdotto sul mercato il 50% sotto forma di azioni correlate.

Le dichiarazioni ufficiali sembrano far pensare a una Vmware che rimarrà indipendente dopo il completamento della fusione, anche se è stato lo stesso Tucci a ipotizzare un ulteriore sforzo da parte di Michael Dell in futuro per acquisire quote maggiori di Vmware rispetto al 30% che possiederà alla fine dell’operazione di acquisizione.

(Nella prossima pagina, l'intervista esclusiva di Ictbusiness al Ceo di Vmware, Pat Gelsinger)

 

IctBusiness ha avuto l’opportunità di intervistare Pat Gelsinger, Ceo di Vmware, subito dopo l’annuncio dell’accordo tra Michael Dell e Joe Tucci, un’occasione unica per chiarire alcuni punti della colossale operazione.

 

Pat Gelsinger,Ceo di Vmware

 

Quali sono i risultati, per Vmware, di questa complessa operazione azionaria?

Se l’operazione andrà definitivamente in porto, il flottante azionario di Vmware aumenterà, rendendoci ancora più appetibili per gli investitori. Prima dell’accordo, infatti, Emc deteneva grosso modo l’80% delle azioni ordinarie di Vmware, mentre il restante 20% era sul mercato. Dopo l’accordo, Dell avrà il 30% delle azioni ordinarie, mentre sul mercato resterà il 70% del valore (20% sotto forma di azioni ordinarie e 50% di azioni correlate). In questo modo, aumentano le potenzialità del nostro titolo, e nuovi investitori potrebbero essere attratti.

 

Come commenta la dichiarazione di Joe Tucci, che ha rivelato l’interesse da parte di Michael Dell a incrementare in futuro la quota azionaria di Vmware di proprietà di Dell?

Mi sembra un’ottima notizia e una dichiarazione molto “forte”. Significa che Michael crede nella nostra azienda e nella nostra capacità di creare ulteriore valore. Sarebbe stato sicuramente un cattivo segnale se Tucci avesse annunciato il contrario: l’intenzione da parte di Michael di vendere le nostre azioni per realizzare un guadagno.

 

Lei conosce sia Joe Tucci sia Michael Dell. Che cosa li differenzia e che cosa si aspetta dal nuovo partner?

Premesso che l’operazione non è ancora conclusa e che quindi userei il condizionale, posso dire che conosco Michael da ancora più tempo di quanto non frequenti Joe. Sono due persone molto diverse: Tucci è fondamentalmente un uomo di vendita, mentre Dell ha costruito computer ed è un tecnologo, in un certo senso è più affine al nostro modo di vedere l’It. Ma dal punto di vista della conduzione del business e in particolare del rapporto con Vmware, non mi aspetto nulla di diverso rispetto al presente: una grande autonomia e un suppporto continuo per crescere.

 

Ma voi siete strategici per Dell, sotto alcuni aspetti, più di quanto lo eravate per Emc. Dell ora si confronta direttamente con vendor come Hewlett Packard Enterprise ma è forse più debole sul segmento che oggi “tira” di più, quello del cloud ibrido. Voi siete in questo senso una risorsa fondamentale. Non c’è il rischio che Dell decida di inglobarvi?

Lo stesso Michael ha dichiarato che Vmware resterà pubblica e indipendente. E’ un fattore fondamentale per la crescita del nostro business ma anche per il loro. Vista la nostra redditività, sarebbe assurdo pensare di tarparci le ali. Noi viviamo di partnership, pensiamo al progetto Vce (Virtual Computing Environment) con Emc e Cisco, e dobbiamo poter collaborare proficuamente anche con aziende che in altri settori competono con Dell.

 

Proprio Cisco potrebbe rappresentare un potenziale problema in vista dell’acquisizione di Emc da parte di Dell. Quest’ultima ha delle aree di sovrapposizione con Cisco, e gli equilibri nel mercato delle architetture iper-convergenti sono molto delicati…

La partnership con Cisco nell’iniziativa Vce sta dando grandissime soddisfazioni a tutti gli attori coinvolti. Naturalmente l’operazione di Dell la farà entrare ancora più prepotentemente nel business delle architetture convergenti e iper-convergenti. Ma non vedo grandi sovrapposizioni: Cisco resta strategica nelle soluzioni mission critical, mentre Dell è forte in quelle che fanno riferimento alla fascia media e bassa del mercato, con particolare riferimento al segmento delle piccole e medie imprese. Sono sicuro che Cisco non avrà nessun interesse ad allontanarsi dal progetto Vce e più in generale dalla partnership con Vmware.

 

Come sottolineato da Jean Pierre Brulard, a capo delle attività Emea di Vmware, a Barcellona sono arrivate oltre diecimila persone da 96 Paesi. Ad accoglierle, un breve video di Michael Dell, che ha salutato i partecipanti e ha dichiarato di non vedere l’ora di lavorare a più stretto contatto con Pat Gensilger, Ceo di Vmware, per offrire ai clienti la migliore infrastruttura It disponibile sul mercato.

L’orgoglio aziendalistico è stato ribadito da Carl Eschenbach, presidente e Coo di Vmware, che ha dichiarato di essere entusiasta dell’operazione Dell-Emc ma anche dell’indipendenza che l’azienda mantiene sul mercato, fondamentale per poter proseguire le partnership con altri hardware vendor che costituiscono l’ecosistema dell’azienda. “Siamo i fornitori della migliore tecnologia di cloud ibrido al mondo”, ha detto Eschenbach, “e così come undici anni fa siamo riusciti a rimanere partner di aziende competitor rispetto a Emc, anche dopo l’acquisizione siamo sicuri di poter continuare a operare con successo con tutti i nostri partner. In ultima analisi, ci saranno molte più persone che venderanno le soluzioni Vmware, grazie alla forza vendita di Emc e Dell”.

 

 

Molte delle novità annunciate a Barcellona si inseriscono nel filone dello Unified Hybrid Cloud che vede la caduta delle barriere tra cloud on-premise e pubblico per far confluire tutte le soluzioni in un'unica architettura. Una conseguenza è la gestione delle applicazioni cloud native e di quelle tradizionali in modalità “seamless”, una strada resa possibile dalla Unified Platform formata da vSphere e vSphere Integrated Containers oppure dalla nuova piattaforma Photon, annunciata a San Francisco pochi mesi fa.

A Barcellona gli annunci, in parte smorzati dal precedente evento statunitense ma soprattutto dalla mossa di Dell, hanno riguardato soprattutto l’estensione dell’offerta Vmware Cloud Air e Vmware Cloud Air Network, con il supporto di Google Cloud Dns e la nuova release di Vmware vCloud Director 8. Importante anche l’annuncio dell’estensione del supporto Photon Os sulla piattaforma vCloud Air, che avverrà nel corso del 2016.

Miglioramenti sono stati annunciati anche per la piattaforma di cloud management, grazie alle nuove versioni Vmware vRealizew Automation 7 e Vmware vRealize Business Standard 7. Tutto nell’ottica di offrire la tecnologia migliore per l’implementazione del cloud ibrido. Particolare attenzione, infine, è stata dedicata alle nuove soluzioni per la virtualizzazione delle funzionalità di rete (Vfn), con un nuovo programma di certificazione per i partner e nuovi servizi carrier-grade.

 

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