Altro che fare marcia indietro, come deciso da Intel: il territorio dei dispositivi indossabili interessa Qualcomm al punto da spingerla a raddoppiare gli investimenti. “Abbiamo assistito ad annunci di alcuni nostri concorrenti intenzionati a uscire dal mercato dei wearable”, ha dichiarato Pankaj Kedia, senior director della divisione Smart wearable. “Qualcomm, invece, sta raddoppiando l'investimento, perché stiamo vincendo nel presente e vogliamo continuare a farlo”. La dichiarazione, giunta dal palco del Qualcomm 4G/5G Summit svoltosi a Hong Kong, si è accompagnata all'annuncio di nuovi processori per smartwatch Snapdragon Wear, che aiuteranno l'azienda a incrementare il già ottimo 85% di quota mercato sui dispositivi con sistema operativo Android Wear.
L'annuncio, in realtà, è stato avaro di dettagli tecnici e tempistiche. Come raccontato da Trusted Reviews, Kedia ha detto che l'azienda è “al lavoro sulla prossima generazione”, ma che non è pronta a fare annunci ufficiali, anche se è probabile che una nuova ondata di smartwatch con a bordo questi processori possa approdare nei negozi in tempo per le feste di fine anno.
Si tratterà, secondo le dichiarazioni del manager, di chip più piccoli e più efficienti dal punti di vista energetico, che quindi impatteranno meno sui consumi di batteria dei dispositivi. Grazie a questi prodotti, ha detto Kedia, gli oggetti wearable avranno sensori più intelligenti, una migliore connettività e maggiore sicurezza. Sebbene gli smartwatch siano la destinazione più ovvia per gli Snapdragon Wear, questi prodotti si adatteranno a dispositivi indossabili di qualunque tipo, che ricopriranno gli utenti “dalla testa ai piedi”.
Quella dei wearablet è per Qualcomm una scommessa che darà frutti nel lungo periodo, coerentemente con le stime di Idc, che per quest'anno prevede una crescita del 20% nei volumi di vendita e che prospetta una decisa ascesa almeno fino all'inizio del prossimo decennio. “Abbiamo appena cominciato”, ha assicurato Kedia. “Nei prossimi due o tre anni si osserverà la vera crescita”.