02/01/2018 di Redazione

“Wechat non spia le conversazioni”, parola di Tencent

L’azienda che sviluppa l’app di messaggistica cinese da un miliardo di utenti ha smentito pubblicamente qualunque monitoraggio delle attività degli iscritti al servizio. Ma i dubbi, considerata la stretta di Pechino sulla libertà di comunicazione nel Paes

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“Wechat non conserva la cronologia delle conversazioni di alcun utente. I dati sono archiviati soltanto sui dispositivi mobili, computer e altri terminali” delle singole persone. Tencent, l’azienda cinese che sviluppa la popolare app di messaggistica Wechat, ha deciso di smentire pubblicamente le ricostruzioni dei giorni scorsi secondo cui il servizio manterrebbe una copia di tutte le conversazioni degli utenti sui server della società. Tencent è stata costretta a intervenire in modo ufficiale dopo che Li Shufu, presidente del conglomerato Geely Holdings, detentore tra le altre cose del marchio Volvo, aveva dichiarato ai media cinesi che il chairman di Tencent, Ma Huateng, fosse in grado di spiare tutte le conversazioni di Wechat. Una frase molto forte, anche per un Paese abituato alla censura e alla sorveglianza costante come la Cina.

“Nessun contenuto dei nostri utenti viene utilizzato per analisi Big Data, il rumor secondo cui ‘guardiamo ogni giorno le chat’ è un enorme fraintendimento”, ha aggiunto l’azienda. Il servizio di messaggistica è il più popolare della Cina è conta oltre un miliardo di utenti attivi. Come tutte le piattaforme online attive nei confini del Dragone, anche il prodotto di Tencent deve comunque osservare in modo ferreo le direttive del governo e ha l’obbligo di censurare post e contenuti ritenuti illegali dal Partito comunista.

Le policy di Wechat prevedono che le informazioni possano comunque essere archiviate e messe a disposizione delle autorità in caso di indagini o di esplicite richieste governative. La domanda è: a chi credere? Alla ricostruzione di Shufu o a quanto dichiarato da Tencent? Secondo un recente rapporto di Amnesty International, l’azienda cinese si è classificata ultima tra le società che sviluppano le più popolari app di messaggistica: l’Ong ha preso in considerazione l’utilizzo della crittografia come strumento per proteggere la privacy dei consumatori.

 

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