30/04/2015 di Redazione

Windows 10, obiettivo portabilità: Redmond vizia gli sviluppatori

Il primo giorno dell’annuale Microsoft Build, in chiusura domani a San Francisco, riserva grandi novità. Il nuovo ecosistema vuole davvero essere universale e permetterà la compatibilità con le app create per Android e iOs. Addio Internet Explorer: arriva

immagine.jpg

Tante sorprese, novità e colpi di scena più o meno eclatanti: sono i frutti del primo giorno di lavori dell’annuale Microsoft Build, l’appuntamento per sviluppatori organizzato dalla casa di Redmond ma ospitato in quel di San Francisco, e che si concluderà il primo maggio. Molto, se non quasi tutto, ruota ovviamente attorno a Windows 10, il nuovo e a quanto pare ambizioso sistema operativo di Microsoft. I vertici societari hanno le idee chiare: entro l’anno fiscale 2018 vogliono portare l’ecosistema su un miliardo di dispositivi, siano essi computer, smartphone e tablet. Un obiettivo che ben si sposa con la filosofia di sistema operativo e applicazioni universali, su cui l’azienda diretta da Satya Nadella sta spendendo molte energie tecnologiche e di marketing.

Proprio per concretizzare al meglio il concetto di universalità, una delle principali novità della Build è la seguente: Windows 10 sarà in grado di eseguire applicazioni progettate inizialmente per Android e iOs. Se implementata con successo, questa può essere una funzionalità davvero importante. Con grande rammarico degli amanti delle app mobili, però, non sarà possibile collegarsi semplicemente agli store online e scaricare i software preferiti: questi andranno “portati” in un linguaggio comprensibile per Windows 10.

Ciò non significa che il codice andrà riscritto da zero. L’imminente release di Redmond, infatti, implementa quattro kit di sviluppo software in Java e C++ per Android e in Objective C per ambienti Apple, oltre a tool specifici per app Web, .Net e Win32. Uno sviluppatore che vorrà creare una versione compatibile con Windows 10 dovrà quindi obbligatoriamente passare per il programma di conversione. Ma uno dei punti fermi della strategia è ottenere anche una compatibilità maggiore tra più dispositivi che supporteranno il sistema operativo.

Con la piattaforma universale di Windows, gli sviluppatori potranno infatti adattare le loro applicazioni alle capacità distintive di ogni device, compresa una ridistribuzione automatica dei contenuti mandati a video a seconda dei display – grazie anche alla funzione Continuum –, integrare l’assistente personale Cortana e Xbox Live nei programmi, oltre a offrire soluzioni di e-commerce avanzate e gli ologrammi con HoloLens

Dando libero sfogo alla creatività degli sviluppatori, Microsoft spera così di partire già con un corposo “parco” applicazioni, che verranno tradotte da altri sistemi operativi, oltre a far appassionare gli informatici alla sua piattaforma di sviluppo. Ma, come alcuni osservatori fanno notare, il problema principale degli applicativi portati su Windows 10 sorgerà in seguito, quando questi software richiederanno aggiornamenti e gli utenti vorranno assistenza tecnica. I produttori saranno in grado di offrire un aiuto adeguato?

 

Niente Project Spartan: il nuovo browser di Redmond si chiamerà Microsoft Edge

 

Da segnalare anche il lancio della prima versione multipiattaforma dell’editor Visual Studio per Mac e Linux, chiamata Visual Studio Code, che faciliterà il lavoro di progettazione di codice .Net sui sistemi basati su Linux. Sul lato Web, l’ormai famigerato Project Spartan ha avuto finalmente un battesimo: il nuovo browser di Redmond si chiamerà Microsoft Edge e permetterà, tra le altre cose, di accogliere le estensioni di Chrome al suo interno e di mostrare in anteprima i contenuti delle tab quando il puntatore del mouse o del trackpad passerà sull’etichetta.

Non potevano mancare ovviamente novità riguardanti il mondo aziendale e, in particolar modo, quello dei Big Data. Microsoft ha presentato infatti l’anteprima di Azure Sql Database: una base di dati elastica, che permette agli sviluppatori di Software-as-a-Service di aumentare lo spazio a disposizione sfruttando migliaia di database differenti. Scalabilità e riduzione dei costi dovrebbero così essere assicurati. Con Azure Sql Data Warehouse – etichettata come prima soluzione cloud Data-Warehouse-as-a-Service – i developer possono gestire quantità importanti di dati, con la piattaforma che può crescere e mettersi in pausa in pochi secondi.

 

 

Redmond ha annunciato anche Azure Data Lake, un archivio di dati aperto e scalabile che supporta file nell’ordine dei petabyte e fornisce integrazione ad alta velocità con HdInsight Azure, Azure Machine Learning, Cloudera e Hortonworks per individuare rapidamente informazioni utili dai Big Data. Il nuovo servizio, costruito sulla sommità della rete ad alta scalabilità di Azure, supporta sia i singoli file molto pesanti che grandi volumi di piccole scritture e dalla bassa latenza.

Azure Data Lake dovrebbe quindi essere l’ideale per i siti Web che rispondono in tempo reale, per l’Internet delle cose e per i sensori legati agli analytics. Il servizio è disponibile al momento soltanto in anteprima privata, ma gli sviluppatori interessati possono registrarsi sul sito di Microsoft e ottenere maggiori informazioni.

 

ARTICOLI CORRELATI