21/06/2018 di Redazione

Xiaomi: Ipo "sdoppiata" e ambizioni ridotte per l'esordio in Borsa

La società rinvia la quotazione nella Cina continentale, mentre fissa a giovedì l’Ipo sulla Borsa di Hong Kong. Si prevede un guadagno di 6,1 miliardi di dollari, inferiore rispetto alle precedenti aspettative di 10 miliardi.

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Xiaomi cambia i piani e decide di non quotarsi contemporaneamente ad Hong Kong e nella Cina continentale. Sono deluse le aspettative dei fondatori, per i quali l’azienda si preparava a una quotazione da record. La compagnia prevedeva infatti di raccogliere almeno 10 miliardi di dollari e di raggiungere una valutazione di 100 miliardi, la più grande degli ultimi dieci anni. Il colosso tecnologico cinese ha dovuto invece “accontentarsi” di un target di 6,1 miliardi di dollari, riducendo il valore a una cifra compresa tra 55 e 70 miliardi.

 

Secondo Reuters, Xiaomi avrebbe al momento raccolto 548 milioni di dollari da sette investitori fondamentali, tra i quali figurano il produttore di chip statunitense Qualcomm e il più grande operatore wireless della nazione, China Mobile. Il prezzo unitario è fissato tra i 17 e i 22 dollari di Hong Kong (cioè tra i 2,17 e i 2,80 dollari statunitensi) e in totale saranno venduti 2,18 miliardi di azioni, di cui il 65% di azioni primarie, questo giovedì, data in cui è fissato l’ingresso in Borsa.

 

Il decremento di valutazione è stato una diretta conseguenza della decisione di Xiaomi di ritardare la quotazione nel mercato mainland. Tale rinvio è stato soprattutto causato da una disputa nata tra l’azienda e i regolatori cinesi in merito ai China depositary receipt (Cdr): con questi certificati negoziabili, costruiti sulla falsariga degli American depositary receipt (Adr), Pechino mira a far tornare sul mercato locale i grandi colossi tecnologici che si sono quotati all’estero. Paradossalmente però, il risultato ottenuto fino a questo momento è stato un ritardo nella quotazione e una conseguente perdita di fiducia da parte degli investitori.

 

Il piano quindi è di procedere giovedì con l’Ipo ad Hong Kong mentre la quotazione nella Cina continentale avverrà in modo cadenzato, secondo quanto ufficialmente dichiarato dalla società. Sponsor dell’Ipo saranno Clsa, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Nonostante i problemi, Xiaomi sarà la prima a presentare una Ipo ad Hong Kong con la nuova struttura dei diritti introdotta dal rinnovo legislativo di aprile e l’accordo potrebbe costituire la più grande vendita di azioni da settembre 2016, quando Postal Savings Bank of China Co. aveva raggiunto i 7,6 miliardi di dollari sullo stesso mercato.

 

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