03/02/2016 di Redazione

Yahoo chiude il 2015 in rosso e taglia il 15% della forza lavoro

Nell’ultimo anno la società ha perso 4,5 miliardi di dollari. Al via ora un piano di ristrutturazione da 400 milioni, che comporterà anche la chiusura degli uffici di Milano. La situazione è pesante e il Ceo Marissa Mayer traballa sempre più, ma il gruppo

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La nave sta lentamente affondando, ma il suo capitano sarà l’ultimo ad abbandonarla. Marissa Mayer in questi quattro anni le ha provate davvero tutte, ma il vascello targato Yahoo non ha mai ritrovato il vento in poppa. Il colosso statunitense (o ex colosso ormai?) ha pubblicato ieri gli ultimi risultati trimestrali, che hanno evidenziato un ulteriore imbarco d’acqua. Il Q4 del 2015 ha visto un fatturato pari a 1,27 miliardi di dollari (in crescita dell’1,6% anno su anno, sopra le attese degli analisti) e un profitto di 63 milioni. Ma questi numeri non includono un’imponente svalutazione di alcuni asset principali e del valore del brand: altrimenti lo scenario mostrerebbe una perdita monstre di 4,53 miliardi di dollari per tutto il 2015. Si tratta in realtà di una perdita “one shot”, ma mostra in modo lampante la direzione presa dal gruppo di Sunnyvale. Per provare l’ultimo colpo di reni Mayer ha dato il via a un piano di ristrutturazione da almeno 400 milioni di dollari, che includerà un ulteriore licenziamento del 15% della forza lavoro e la chiusura di cinque uffici, tra cui anche quello di Milano. Le altre sedi coinvolte saranno quelle di Dubai, Città del Messico, Buenos Aires e Madrid.

In questo modo, Yahoo chiuderà il 2016 con un organico inferiore alle novemila unità, ridotto del 42% rispetto al 2012. Un vero e proprio bagno di sangue, che ha assunto ulteriori sfumature grottesche a fine 2015, quando la società ha annunciato l’intenzione di creare una newco indipendente per gestire solo il business legato al Web, lasciando separata la massiccia partecipazione nel colosso cinese dell’e-commerce Alibaba. In sintesi, si è trattato di una specie di “auto spinoff”. Ma il piano strategico di Mayer a dicembre è stato di fatto bloccato dal board aziendale. La situazione del Ceo, già ballerina, ha iniziato così a traballare ancora di più.

 

 

Senza contare la costante fuga di cervelli che ha colpito il gruppo. Annusata la situazione precaria, un gran numero di alti dirigenti ha fatto le valigie anzitempo in cerca di maggior fortuna in altre aziende. E gli investitori cosa dicono? I mercati hanno reagito in modo tiepido agli annunci di Yahoo, facendo perdere al titolo nelle contrattazioni after hours soltanto un punto percentuale. Ma il valore in Borsa della compagnia è crollato del 35% nell’ultimo anno. Non c’è dubbio, però, che i grandi fondi che hanno sostenuto finora l’operato della Mayer vogliano adesso risultati concreti.

Con questa serie di interventi, dettagliati anche nel comunicato stampa ufficiale, nel futuro Yahoo si aspetta un “ritorno a una modesta crescita tra il 2017 e il 2018”. Si dovranno valutare gli eventuali frutti delle ultime mosse di mercato dell’azienda, tra cui l’accordo con Google sui risultati di ricerca e la pubblicità e l’andamento dei principali prodotti consumer di Yahoo. Tra questi, la compagnia ha citato le piattaforme Search, Mail e Tumblr e i comparti verticali News, Sport, Finance e Lifestyle nei mercati di Usa, Uk, Germania, Hong Kong e Taiwan.

 

 

Dal punto di vista della pubblicità, Yahoo si concentrerà soprattutto su due offerte core, vale a dire Gemini, soluzione di ottimizzazione degli inserti pubblicitari su mobile e Brightroll, che mette a disposizione una piattaforma di programmatic buying e di strumenti per la vendita per video, display e native advertising.

 

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