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5G, la Cina sfida gli Usa: maxi fusione all’orizzonte?

Secondo indiscrezioni Pechino vorrebbe unire China Telecom e China Unicom, secondo e terzo operatore del Paese, per accelerare la corsa verso le reti di quinta generazione. Nascerebbe un nuovo gigante da 600 milioni di abbonati, controllato dal governo.

Pubblicato il 05 settembre 2018 da Redazione

Pechino si starebbe muovendo per plasmare un nuovo colosso statale delle telecomunicazioni. Il Dragone, secondo quanto riportato da Bloomberg, avrebbe intenzione di fondere China Telecom e China Unicom, rispettivamente il secondo e il terzo operatore del Paese, per creare così una nuova realtà interamente controllata dal governo. In termini di clienti, il risultato dell’operazione farebbe nascere un carrier con 600 milioni di abbonati mobile, secondo solo al leader China Mobile. L’agenzia di stampa sottolinea comunque che il progetto sarebbe attualmente al vaglio dei vertici del partito comunista cinese, ma che l’idea potrebbe non concretizzarsi. Interpellate dai media, le due società coinvolte nella presunta trattativa si sono dette “non al corrente” di alcun piano di fusione. Non è la prima volta che i due operatori finiscono al centro di indiscrezioni giornalistiche riguardanti una possibile unione.

È certo però che la Cina sta cercando in tutti i modi di vincere la sfida sul 5G, con l’obiettivo di lasciare i rivali statunitensi in un angolo all’interno di una più ampia battaglia commerciale che prosegue ormai da mesi. Al momento Pechino, rispetto agli Usa, è sensibilmente in ritardo sulle reti di quinta generazione. L’asta per l’allocazione delle frequenze è fissata per questo mese e i primi trial di applicazioni business, secondo la banca d’investimenti China International Capital, non partiranno prima del 2019.

Negli Stati Uniti, invece, At&t dovrebbe lanciare i primi servizi supportati dal 5G entro la fine dell’anno, in grandi centri urbani come Dallas e Atlanta. Sempre negli Usa, T-Mobile e Sprint (rispettivamente terzo e quarto operatore), sono in attesa del via libera per fondersi e hanno promesso 40 miliardi di dollari di investimenti nelle nuove reti, con l’obiettivo di coprire il 90 per cento del Paese entro il 2024.

I movimenti cinesi portati alla luce da Bloomberg potrebbero anche favorire indirettamente i progetti di T-Mobile e Sprint: se nel Dragone il settore delle telco si dovesse consolidare, con la nascita di quello che sarebbe un duopolio de facto, anche gli Stati Uniti potrebbero andare nella stessa direzione, lasciando però sul campo tre operatori in modo da garantire la concorrenza tipica di un mercato aperto.

 

Tag: mercati, mobile, carrier, reti, telecomunicazioni, 5g, Usa, Cina, stati uniti, telco, China Telecom, China Unicom

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