Addio Gordon Moore, da Intel alla legge pilastro dell’informatica
Cofondatore di Intel e noto per aver teorizzato il principio di evoluzione dei semiconduttori, l’imprenditore e informatico è scomparso all’età di 94 anni
Pubblicato il 27 marzo 2023 da Redazione

La legge di Moore è forse per eccellenza il principio che ha regolato l’evoluzione dell’informatica, in particolare nell’ambito dei semiconduttori. Il suo teorico Gordon Moore è scomparso all’età di 94 anni, come annunciato da Intel (azienda di nel 1968 cui è stato tra i fondatori) e dalla Gordon and Betty Moore Foundation, l’associazione filantropica titolata all’informatico e alla moglie.
Era il 1965 e i personal computer ancora non esistevano quando, in un articolo, Moore fece notare che con l’invenzione dei circuiti integrati il ritmo del progresso in informatica era cambiato: da quel momento, il numero dei transistor sui microchip sarebbe raddoppiato all’incirca di anno in anno. Al crescere di questo numero la velocità e la potenza di elaborazione dei computer migliorano, mentre il prezzo decresce.
Quel principio, in seguito battezzato come “legge di Moore”, è stato in seguito modificato fissando a un biennio il lasso di tempo necessario per il raddoppio dei transistor. Cercando di prestar fede a questa tabella di marcia, per decenni Intel è riuscita a conquistare e mantenere un primato sul mercato dei semiconduttori.
In un’intervista del 2005 (citata da Reuters dando notizia della scomparsa di Moore) l’informatico si dichiarava “molto fortunato di essere entrato nell’industria dei semiconduttori alla sua infanzia. E ho avuto l’opportunità di crescere dal momento in cui non si era in grado di creare un singolo transistor in silicio al punto in cui ne abbiamo messi 1,7 miliardi su un chip”.
In anni recenti le aziende rivali di Intel, a cominciare da Nvidia, hanno contestato la validità della legge di Moore in una fase storica in cui la miniaturizzazione dei componenti dei chip è ormai estrema e compitere ulteriori progressi diventa sempre più difficile. Attualmente Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc) e Samsung possono fabbricare con nodo di processo a 5 nanometri, mentre Intel è ancora focalizzata sui 10 e 7 nanometri.
Sebbene non esista un consenso unanime sulla fine della validità della legge, è sensata l’argomentazione secondo cui, aumentando la miniaturizzazione, a un certo punto si incappa in problemi di fisica (a tendere, in teoria, arrivando nel campo della quantistica ci si scontra con il principio di indeterminazione di Heinsenberg). La finestra di tempo per il raddoppio del numero di transistor si è sicuramente allargata, ma qualche mese fa il Ceo di Intel, Pat Gelsinger ha difeso la validità della legge di Moore rimarcando che è ancora possibile dire che il numero dei transistor raddoppia secondo tempistiche predeterminate. Intel punta a raggiungere nel 2030 la quantità monstre di mille miliardi di transistor su un unico processore.
Nato nel 1954 a San Francisco, Gordon Moore si era laureato in Chimica e fisica per poi lavorare a Mountain View per Shockley Semiconductor Laboratory (poi diventato Shockley Transistor Corporation). Qui incontrò Robert Noyce, imprenditore e informatico con cui nel 1968 fondò Integrated Electronics, la futura Intel. Guidò poi l’azienda in qualità di presidente esecutivo, a braccetto con Noyce (all’epoca Ceo), e negli anni Ottanta e Novanta ricoprì anche i ruoli di Ceo e di presidente. Nel 2000 la fondazione titolata a lui e alla moglie Betty prese forma, anche grazie alla donazione di 5 miliardi di dollari in azioni Intel fatta proprio da Gordon Moore.
La timeline di Gordon Moore (infografica e foto in alto: Intel)
Così Intel ricorda il suo co-fondatore appena scomparso: “Sebbene Noyce, soprannominato ‘il sindaco della Silicon Valley’, è spesso riconosciuto per aver impostato la visione iniziale di Intel e gran parte della sua cultura, Moore è stato il mago tecnologico che ha guidato la nostra leadership della prima ora nelle memorie al silicio, nell’invenzione del microprocessore e nel passaggio dell’azienda dalle memorie ai microprocessori a metà degli anni Ottanta”.
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