Affare Apple-Shazam, la Ue apre un’indagine ufficiale
L’antitrust europeo ha acceso un faro sull’acquisizione dell’app da parte di Cupertino: Bruxelles vuole capire quali potrebbero essere gli effetti dell’accordo sul mercato dello streaming audio nel Vecchio Continente.
Pubblicato il 24 aprile 2018 da Redazione

L’antitrust europeo vuole vederci chiaro sull’acquisizione di Shazam da parte di Apple. In una nota ufficiale, il Commissario alla concorrenza Margrethe Vestager ha confermato l’apertura di un’indagine ufficiale sull’accordo siglato lo scorso dicembre dalle due società, il quale potrebbe rappresentare una riduzione delle libertà di scelta per i consumatori europei. Perché? Secondo Vestager, la Mela potrebbe utilizzare Shazam come grimaldello per scardinare l’industria dello streaming musicale nella Ue, ricorrendo all’applicazione in grado di riconoscere i brani per influenzare le scelte degli utenti. Shazam, infatti, dopo aver identificato una canzone, propone solitamente diverse modalità per acquistare una copia digitale del brano, proponendo i servizi offerti dai principali player del settore (Spotify, Apple Music, Deezer).
La piattaforma di Cupertino è, dopo Spotify, il principale provider del mercato: facendo leva su Shazam, la Mela potrebbe raccogliere dati preziosi degli utenti per influenzarli, oltre eventualmente a interrompere le partnership in essere con gli altri servizi di streaming audio. La decisione della Commissione antitrust di avviare ufficialmente un’indagine deriva dal pressing esercitato da Italia, Austria, Francia, Spagna, Norvegia, Svezia e Islanda, che a febbraio avevano chiesto a Bruxelles di aprire un dossier per esprimere un parere sull’operazione.
La Ue aveva accettato di valutare l’accordo malgrado questo non raggiungesse la soglia minima di fatturato per cui scatta l’obbligo di notifica, secondo la legislazione vigente sulle fusioni. Ora la Commissione ha novanta giorni lavorativi, vale a dire fino al 4 settembre 2018, per prendere una decisione. “L'apertura di un’indagine approfondita non pregiudica l'esito dell'indagine stessa”, ha specificato l’organismo comunitario.
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