Amazon vale oltre mille miliardi di dollari, ancora. Dopo aver perso temporaneamente il posto nell’Olimpo delle società con capitalizzazione record (le altre sono Apple, Microsoft e Alphabet), il colosso dell’e-commerce e del cloud computing lo riconquista grazie ai rialzi del titolo in Borsa, seguiti ai risultati dell’ultima trimestrale. I tre mesi finali del 2019 hanno battuto ogni precedente: le vendite sono cresciute del 21% anno su anno, raggiungendo un valore di 87,4 miliardi di dollari; il profitto operativo è salito dai 3,8 miliardi di dollari del quarto trimestre 2018 ai 3,9 miliardi dell’analogo periodo del 2019; l’utile netto è passato da 3 a 3,3 miliardi di dollari nel giro di un anno.

 

Sommati ai risultati dei precedenti trimestri, questi numeri significano per l’intero 2019 un incremento di vendite pari al 20%, per un valore di 280,5 miliardi di dollari (contro i 232,9 miliardi del 2018). Escludendo l’impatto negativo delle oscillazioni valutarie, la crescita è del 22%. Il profitto operativo è salito a 14,5 miliardi di dollari (versus i 12,4 miliardi del 2018), l’utile netto a 11,6 miliardi (versus 10,1 miliardi).

 

C’è quanto basta per fare di Jeff Bezos un uomo felice, che può tranquillamente ignorare il gossip mediatico nei suoi confronti e le notizie sull’hackeraggio del suo iPhone. Quel che più conta, forse, è il fatto che Amazon sia riuscita a macinare profitti nonostante il pesante incremento delle spese: nel 2019 sono aumentate del 19,4%, sia per gli investimenti diretti al  potenziamento dei servizi di e-commerce sia per le nuove assunzioni (48mila nel solo quarto trimestre 2019). Il conteggio totale delle teste ammonta ora a 798mila.

 

La strategia evidentemente ripaga, visti gli incrementi di utili e visto che la strada dei servizi premium è sempre più frequentata. Per quanto riguarda Prime, ha dichiarato Bezos, “Nel trimestre il numero di nuovi iscritti ha battuto ogni precedente periodo”. Non conosciamo i risultati finanziari della divisione cloud, quella di Aws (Amazon Web Services), ma anche in quest’ambito sono state dispiegate notevoli risorse per il lancio di nuovi servizi e di nuove regioni geografiche e data center. 

 

Ora una importante scommessa è l’India, un mercato già molto importante per l’e-commerce di Amazon e per l’e-commerce in generale, viste le caratteristiche geografiche e demografiche del Paese: qui, l’azienda di Seattle afferma di aver già creato oltre 700 posti di lavoro tra assunzioni e indotto, e qui si è impegnata a crearne ancora un milione nei prossimi cinque anni, “grazie a continui investimenti in tecnologia, infrastrutture e logistica”.