Pubblicato il 31 gennaio 2020 da Redazione
Amazon vale oltre mille miliardi di dollari, ancora. Dopo aver perso temporaneamente il posto nell’Olimpo delle società con capitalizzazione record (le altre sono Apple, Microsoft e Alphabet), il colosso dell’e-commerce e del cloud computing lo riconquista grazie ai rialzi del titolo in Borsa, seguiti ai risultati dell’ultima trimestrale. I tre mesi finali del 2019 hanno battuto ogni precedente: le vendite sono cresciute del 21% anno su anno, raggiungendo un valore di 87,4 miliardi di dollari; il profitto operativo è salito dai 3,8 miliardi di dollari del quarto trimestre 2018 ai 3,9 miliardi dell’analogo periodo del 2019; l’utile netto è passato da 3 a 3,3 miliardi di dollari nel giro di un anno.
Sommati ai risultati dei precedenti trimestri, questi numeri significano per l’intero 2019 un incremento di vendite pari al 20%, per un valore di 280,5 miliardi di dollari (contro i 232,9 miliardi del 2018). Escludendo l’impatto negativo delle oscillazioni valutarie, la crescita è del 22%. Il profitto operativo è salito a 14,5 miliardi di dollari (versus i 12,4 miliardi del 2018), l’utile netto a 11,6 miliardi (versus 10,1 miliardi).
C’è quanto basta per fare di Jeff Bezos un uomo felice, che può tranquillamente ignorare il gossip mediatico nei suoi confronti e le notizie sull’hackeraggio del suo iPhone. Quel che più conta, forse, è il fatto che Amazon sia riuscita a macinare profitti nonostante il pesante incremento delle spese: nel 2019 sono aumentate del 19,4%, sia per gli investimenti diretti al potenziamento dei servizi di e-commerce sia per le nuove assunzioni (48mila nel solo quarto trimestre 2019). Il conteggio totale delle teste ammonta ora a 798mila.
La strategia evidentemente ripaga, visti gli incrementi di utili e visto che la strada dei servizi premium è sempre più frequentata. Per quanto riguarda Prime, ha dichiarato Bezos, “Nel trimestre il numero di nuovi iscritti ha battuto ogni precedente periodo”. Non conosciamo i risultati finanziari della divisione cloud, quella di Aws (Amazon Web Services), ma anche in quest’ambito sono state dispiegate notevoli risorse per il lancio di nuovi servizi e di nuove regioni geografiche e data center.
Ora una importante scommessa è l’India, un mercato già molto importante per l’e-commerce di Amazon e per l’e-commerce in generale, viste le caratteristiche geografiche e demografiche del Paese: qui, l’azienda di Seattle afferma di aver già creato oltre 700 posti di lavoro tra assunzioni e indotto, e qui si è impegnata a crearne ancora un milione nei prossimi cinque anni, “grazie a continui investimenti in tecnologia, infrastrutture e logistica”.
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