09/11/2015 di Redazione

Amd ha un problema di core, class action contro i chip Bulldozer

Il produttore di semiconduttori ha pubblicizzato come otto-core una Cpu contenente unità non indipendenti e, di fatto, operante come un quad-core. Simile problema si presenta per i modelli da quattro, sei o sedici nodi. E decine di migliaia di clienti son

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Attenzione a giocare con i numeri. Amd negli Stati Uniti si trova a dover affrontare una class action per aver pubblicizzato in modo sostanzialmente non veritiero le sue Cpu basate su architettura Bulldozer: definite come modelli a sedici, otto, sei o quattro core, in realtà ne hanno la metà. O meglio funzionano con dinamiche e prestazioni  corrispondenti – rispettivamente – a otto, quattro, tre o due core, dal momento che ciascun nodo di calcolo non può operare indipendentemente ma in coppia.

Nell’architettura usata da Amd per questa piattaforma (e poi in seguito abbandonata), ogni coppia di core costituisce un “modulo”. Benché Windows riconosca ciascuno di questi come due core distinti, a ogni coppia di nodi di calcolo sono assegnate risorse da condividere. Per esempio, oltre ai due core x86, un modulo è composto da un singolo motore di branch prediction, da singoli componenti cache e da una singola Floating Point Unit. Il risultato è che la Cpu non può gestire in simultanea tanti processi come ci si aspetterebbe dalla sua descrizione formale. Su Bulldozer si basano, per esempio, i processori FX 9000 Series, definiti come ideali per i Pc rivolti al gaming, per le applicazioni di grafica 3D e di editing video.

La class action è stata avviata da tale Tony Dickey, un cliente di Amd domiciliato in Alabama, che qualche mese fa aveva acquistato a circa 300 dollari due chip Fx-9590, pubblicizzati da Amd come processori otto-core. L’azienda, si legge nel documento, “ha ingannato i consumatori facendo acquistare processori Bulldozer in cui si sovrastimava il numero dei core”. E più avanti si spiega che “se si rimuovono alcuni componenti dei due core per creare un unico modulo, essi non operano più indipendentemente”. La class action sottolinea anche che il cliente medio non possiede le competenze tecniche necessarie per comprendere il senso e le conseguenze di questo design.

 

 

Amd ora corre il rischio di pesanti risarcimenti. Va detto che la nuova architettura su cui l’azienda è al lavoro, Zen, opta per un approccio più tradizionale in cui ciascun core può operare indipendentemente. Si rinuncia, così, ad alcune ottimizzazioni di spazio fisico realizzate con Bulldozer, ma si evita anche il rischio di ulteriori accuse di pubblicità ingannevole.

 

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