Anche nel networking, l’experience conta più della tecnologia
L’innovazione customer-focused è ciò che Hpe Aruba mette avanti a tutto per interpretare i cambiamenti derivati dalle nuove abitudini di lavoro, le esigenze di sicurezza o la capacità di controllare con precisione l’infrastruttura. Hospitality e manufacturing fra i settori più ricettivi, secondo i manager della filiale italiana, Edoardo Accenti e Alessandro Ercoli.
Pubblicato il 27 luglio 2022 da Roberto Bonino

La convergenza del mondo digitale e fisico e le interazioni più strette tra gli utenti umani e i loro dispositivi mobili personali stanno facendo emergere sistemi incentrati sulle persone e paradigmi di rete, in cui il comportamento umano diventa un fattore chiave nella progettazione di protocolli informatici e di rete. L'attuale paradigma, incentrato sull'infrastruttura, non appare più corretto per far fronte allo scenario emergente. Il passaggio apparentemente inevitabile è verso un modello people-centric, nel quale gli esseri umani e i loro dispositivi personali non sono visti solo come utenti finali, ma diventano elementi attivi di un traffico spostato su Internet.
Hpe Aruba vuole interpretare questa fase di cambiamento, mettendo al centro un’innovazione focalizzata sul cliente: “Sosteniamo da tempo una cultura customer first-customer last”, rimarca Edoardo Accenti, da poco divenuto country manager della filiale italiana. “Non ci limitiamo alla capacità di comprendere le sfide che i clienti devono affrontare, ma cerchiamo di anticiparle, proponendo vie innovative di supporto”.
Nel mondo in evoluzione, i team tecnologici dovrebbero dare maggior enfasi sul valore delle esperienze, più che su quello delle cose. Questo significa distogliere attenzione da dispositivi e sistemi operativi per concentrarsi sugli outcome di business, spostando il baricentro dal modo in cui un’infrastruttura dovrebbe operare a cosa essa può offrire ai propri utenti.
Questi concetti stanno animando le evoluzioni di Hpe Aruba, nell’intento di sfruttare il dinamismo di alcuni mercati particolarmente attivi di questi tempi. È il caso dell’hospitality, un settore dato in forte ripresa dopo la crisi pandemica: “Si tratta di un’area divenuta per noi importante soprattutto negli ultimi due anni”, conferma Accenti. “Oggi, i player più attenti hanno capito di dover costruire l’esperienza del cliente già prima del soggiorno, rendendola da subito immersiva e guidata da suggerimenti che possono aiutare nella scelta. Utilizzando i dati per restituire gli output”.
Edoardo Accenti e Alessandro Ercoli, country manager e systems engineer di Hpe Aruba Italia
Un altro mercato dall’ampio potenziale è il manufacturing, dove in Italia operano molte aziende con insediamenti anche all’estero e, al di là della necessaria continuità del servizio, oggi conta sapersi adattare alle evoluzioni in corso con un certo grado di automazione: “Il cloud viene in soccorso consentendo di raccogliere informazioni sulla gestione delle infrastrutture, aiutando a prevenire problemi anche alla luce di esperienze compiute da altre realtà assimilabili”, spiega Accenti.
Alla base della proposizione di Hpe Aruba per venire incontro a queste evoluzioni settoriali, si trova la logica NaaS (Network-as-a-Service), dove anche per l’evoluzione delle infrastrutture non si fa più leva sull’acquisto di apparati, ma sull’abbonamento a un servizio, che consente di aumentare o ridurre le capacità in base alle necessità. Allo stesso tempo, anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel mondo delle reti apre nuove opportunità: “La grande quantità di dati presente nella nostra piattaforma Aruba Central può generare diverse modalità di utilizzo”, racconta Alessandro Ercoli, system engineer manager di Hpe Aruba. “Ad esempio, le aziende possono utilizzare l'intelligenza artificiale per individuare i punti morti nella loro copertura Wi-Fi e indicare dove aggiungere access point. Oppure, si potrebbe monitorare l'allocazione degli switch e consigliare modifiche per renderla migliore. Ci affidiamo fortemente all'Ai in termini di supporto e risoluzione dei problemi e il nostro obiettivo è eliminare sempre più l'intervento umano”.
Da ultimo, non si può trascurare come la rapida crescita dell'IoT e delle comunicazioni machine-to-machine sta creando sfide per la sicurezza: “Nei prossimi tre anni, ci saranno dieci volte più dispositivi connessi rispetto alle persone connesse, quindi in termini di rete, dobbiamo pensare a come costruire una rete sicura tenendo conto di tutti i dispositivi collegati. Non si può risolvere questo tipo di problema installando un firewall da qualche parte. Bisogna intervenire a livello di apparecchiature in ogni punto di accesso alla rete”, sentenzia Ercoli, che per questo mette in evidenza le opportunità di un approccio sempre più software-defined anche a livello infrastrutturale.
Di questi temi e delle esperienze italiane si parlerà il 15 settembre a Milano, dove Hpe Aruba ospiterà l’edizione europea del proprio evento Atmosphere.
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