Pubblicato il 02 marzo 2022 da Valentina Bernocco
I colossi digitali sono solidali con l’Ucraina e, una dopo l’altra, aziende come Apple, Meta, Google e Twitter si schierano, armate di tecnologie e di strategie di boicottaggio, contro i carri armati e i bombardamenti russi. Il mondo dell’Ict si unisce alle iniziative di boicottaggio che si stanno moltiplicando nelle ultime ore, tra cui non mancano azioni dai dubbi risvolti, che rischiano forse di danneggiare i cittadini russi senza avere alcuni impatto sulla crisi politica e militare in corso. Fino a vere e proprie gaffe, come quella dell’Università Bicocca di Milano, che aveva annunciato la cancellazione di un corso dedicato a Dostoevskij, salvo poi far marcia indietro di fronte all’indignazione serpeggiata online.
Nondimeno, agire sul fronte economico e commerciale è una delle strategie possibili per fare pressione sul Cremlino. E a chiedere aiuto è stato proprio il governo ucraino: “Abbiamo bisogno del vostro supporto. Nel 2022, una tecnologia moderna è forse la migliore risposta a carri armati, lanciarazzi e missili”, ha scritto il vicepremier e ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, in una lettera aperta indirizzata a Tim Cook. Il ministro ha chiesto all’azienda di “interrompere la vendita di servizi e prodotti Apple alla Federazione Russa, includendo il blocco dell’accesso all’App Store”.
E così la società di Cupertino ha fatto, scegliendo di interrompere la vendita di iPhone e altri suoi prodotti in tutta la Russia, nonché di limitare le possibilità di utilizzo di Apple Pay e di altri servizi. Inoltre le testate giornalistiche filogovernative RT News e Sputnik News sono state estromesse dall’App Store. “Siamo profondamente preoccupati per l’invasione russa dell’Ucraina e stiamo dalla parte delle persone che stanno soffrendo per le violenze”, ha fatto sapere Apple tramite ufficio stampa.
Sulla stessa linea stanno agendo Twitter e Meta. La piattaforma di microblogging ha messo in pausa la pubblicazione di inserzioni pubblicitarie sulle pagine consultate dall’Ucraina e dalla Russia, dribblando il rischio di dare spazio a contenuti di propaganda o disinformazione. Similmente, Meta ha interrotto su Facebook e Instagram i servizi di advertising per le testate giornalistiche e gli editori russi, ha bloccato in Europa l’accesso alle pagine di RT News e di Sputnik News e sta lavorando per rimuovere dalle due piattaforme i profili che diffondono fake news.
(L'app di RT News, credits: Google Play Store)
Anche Alphabet vuole fare la sua parte, sia mettendo a disposizione 15 milioni di dollari (in parte donati dai dipendenti) da destinare ad aiuti umanitari per i cittadini ucraini, sia offrendo inserzioni pubblicitarie gratuite alle organizzazioni umanitarie e intergovernative impegnate nei soccorsi. Si è scelto, inoltre, di modificare temporaneamente il funzionamento di alcune applicazioni per essere maggiormente d’aiuto al popolo ucraino: di fronte a query sul tema, il motore di ricerca di Google evidenzia link che puntano a fonti utili e organizzazioni umanitarie, mentre su Maps in via cautelativa sono state oscurate alcune informazioni sul territorio ucraino, come i dati di traffico stradale e di affollamento dei luoghi (anche Apple ha fatto la stessa cosa sul proprio servizio di mappe). Sulla stessa linea dell'App Store, anche il Google Play Store ha bloccato le applicazioni di RT News e di altre testate schierate a favore dell'attacco militare.
In aggiunta a tutto questo, i ricercatori di cybersicurezza di Google (il Threat Analysis Group) stanno osservando le attività hacker in corso e hanno usato Gmail per inviare centinaia di allerte a cittadini ucraini presi di mira. “Il nostro Advanced Protection Program, che garantisce il massimo livello di sicurezza, sta proteggendo in Ucraina gli account di centinaia di utenti ad alto rischio”, ha scritto Kent Walker, presidente Global Affairs di Google. “E Project Shield, un servizio che fornisce protezione illimitata contro gli attacchi Distributed Denial of Service, sta già difendendo più di un centinaio di siti Web ucraini, tra cui testate giornalistiche locali”.
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