Tra i 4,5 e i 4,7 miliardi di dollari: tanto riceverà Qualcomm da Apple come parte dell’intesa siglata fra le due società pochi giorni fa. Un accordo che ha scritto la parola fine su anni di contese legali relative al pagamento delle royalty e all’utilizzo di tecnologie coperte da brevetto negli iPhone. La notizia è stata data direttamente da Qualcomm in occasione del report trimestrale. Nel Q2 dell’anno fiscale 2019 il gruppo di San Diego ha registrato ricavi per 5 miliardi di dollari, in flessione del cinque per cento anno su anno. L’utile netto è stato di 700 milioni, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’esercizio fiscale precedente e superiore alle attese. Il pagamento straordinario in arrivo da Apple verrà contabilizzato nel terzo trimestre e non ha quindi inciso sul periodo gennaio-marzo.

L’accordo con Cupertino prevede anche la fornitura per sei anni (rinnovabile per altri due) di chip per iPhone e iPad. Qualcomm ha fornito anche l’outlook per il trimestre in corso: il fatturato non-Gaap stimato, escluso il pagamento della Mela, oscilla fra i 4,7 e i 5,5 miliardi di dollari. Gli analisti, secondo dati Ibes di Refinitiv riportati da Reuters, si attendevano ricavi per 5,3 miliardi. Il rischio quindi è che l’azienda di San Diego non riesca a pareggiare o superare le aspettative.

Nel dopo mercato, in seguito alla pubblicazione dei conti, il titolo del chip maker è calato anche del 5 per cento. Ma nella seduta di oggi a Wall Street ha recuperato terreno dopo pochi secondi dall’apertura delle contrattazioni. Nel Q2 l’azienda ha consegnato 155 milioni di chip, il 17 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Il fatturato generato dalle licenze è stato di 1,1 miliardi di dollari, in flessione dell’otto per cento.

Sul prossimo futuro il management della società rimane comunque ottimista, malgrado le debolezze mostrate da alcune aree di mercato cruciali, come la Cina. Nella call con gli analisti, il presidente Cristiano Amon si è detto impaziente di assistere alla diffusione del 5G: secondo Amon, le reti mobili di quinta generazione rappresenteranno un driver di crescita fondamentale.