Apple è pronta a mettere a frutto l’acquisizione di Texture, considerata la “Netflix dei magazine”. Come? Con un nuovo servizio editoriale in abbonamento, che dal 2019 permetterà agli utenti di leggere i contenuti di oltre duecento riviste. Sostanzialmente, si tratta di una replica del modello di business di Texture, che fino all’acquisizione di Cupertino offriva l’accesso illimitato a settimanali e mensili pagando dieci dollari al mese. Nell’elenco figuravano testate di rilievo come Vogue, People e National Geographic. Fondata nel 2010, la società era controllata da una joint venture di sei case editrici di livello mondiale (Condè Nast, Hearst, News Corp Meredith Corporation, Rogers Media e Time Inc) e dal fondo di private equity Kkr, che nel 2015 investì nel progetto 50 milioni di dollari. Secondo Bloomberg, il prossimo servizio della Mela verrà integrato nell’applicazione News, che ad oggi non è ancora disponibile in Italia.

La piattaforma replicherebbe quindi il modello di Apple Music, che permette un ascolto illimitato di brani (su un catalogo di 45 milioni di canzoni) pagando una sottoscrizione di 9,99 euro al mese. Sono disponibili anche l’abbonamento familiare, che costa 14,99 euro al mese ma dà accesso alla piattaforma fino a sei persone, e quello studenti (4,99 euro). Aggiungere lo “streaming” di notizie consentirebbe a Cupertino di ampliare ulteriormente la propria offerta di servizi digitali.

Un settore in crescita costante, considerato dagli analisti come il prossimo tesoro del colosso californiano. Nel primo trimestre dell’anno fiscale 2018, infatti, i servizi hanno generato ricavi per 8,5 miliardi di dollari, in crescita del 18 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. L’integrazione di Texture, inoltre, modificherà l’approccio di Apple al mondo dell’editoria, con cui Cupertino aveva già avuto stretti rapporti in passato.

Nel 2011 la Mela lanciò infatti l’applicazione Newsstand, che offriva diverse testate, ma per fruire dei contenuti era necessario sottoscrivere singoli abbonamenti. Quell’esperienza servì per sviluppare poi Apple News. Il paragone fra notizie e musica, però, non è immediato e non è detto che la nuova piattaforma dell’azienda guidata da Tim Cook riesca ad avere successo. Secondo l’analista Gene Munster di Loup Ventures, “le persone pagano per i brani o i video, ma non so quanto siano disposte a pagare per le news, generalmente già sostenute dalla pubblicità”.