Arm rende flessibile l’intelligenza artificiale del futuro
Svelata la nuova architettura DynamIq, che dovrebbe trovare posto nei chip Cortex-A di prossima generazione: partendo dalla classica configurazione Big.Little la società è riuscita a supportare fino a otto core nello stesso cluster, con possibilità di fine tuning su ogni singolo processore. Secondo l’azienda si arriverà a un aumento delle prestazioni di Ai fino a 50 volte.
Pubblicato il 21 marzo 2017 da Alessandro Andriolo

Anche Arm scommette sull’intelligenza artificiale. E non solo in campo mobile. L’azienda ha svelato una nuova architettura multi-core, chiamata DynamIq, che promette di aumentare l’efficienza e soprattutto le prestazioni dei propri chip della serie Cortex-A, con l’obiettivo di utilizzarli in ambiti come l’Ai, i veicoli a guida autonoma e le soluzioni di realtà aumentate/virtuale. Partendo sempre dalla configurazione Big.Little, che accoppia un cluster di core ad alte prestazioni con un gruppo a basso consumo energetico per ottimizzare la durata della batteria dei dispositivi senza sacrificare le performance, con DynamIq l’azienda è invece riuscita a supportare fino a otto core nello stesso cluster: ogni “cervello” è configurabile con frequenze e consumi diversi.
Una flessibilità che si unisce a un sottosistema di memoria completamente riprogettato, che si attiva soltanto alla bisogna, dando così ai processori Cortex-A di prossima generazione la possibilità di accedere più velocemente ai dati. “Non solo è possibile regolare i cluster, ma lo stesso procedimento è applicabile anche ai singoli processori, ottenendo un compromesso (dinamico, ndr) tra performance e impatto energetico”, ha spiegato Nandan Nayampally, general manager dell’Arm Compute Products Group.
Non si sa però ancora quando il gruppo nippo-britannico presenterà effettivamente i nuovi chip Cortex-A, anche se sta già lavorando con una serie di partner per definire gli ultimi dettagli. È possibile che la prossima generazione di core verrà lanciata verso la fine del 2017, ma ancora con la vecchia architettura: DynamIq dovrebbe fare la sua comparsa nel corso del 2018.
Credits: Arm
Al momento Arm si è limitata a fornire qualche dato circa gli avanzamenti che dovrebbero essere garantiti dalla nuova architettura. Con DynamIq, le soluzioni di intelligenza artificiale dovrebbero ottenere un aumento prestazionale anche di 50 volte nei prossimi tre-cinque anni rispetto ai sistemi odierni. Questo grazie anche a un set di istruzioni dedicate per l’apprendimento automatico (machine learning) inserite nel chip.
Nel frattempo la società con sede a Cambridge, nel Regno Unito, sta portando avanti tramite Qualcomm un altro discorso con Microsoft, per provare a sfondare in quel mercato dei data center presidiato (e dominato) da Intel, testando l’architettura Arm sui server. Qualche giorno fa però le aziende interessate (è della partita anche Cavium) hanno confermato che, almeno per il momento, i processori non finiranno sull’edizione commerciale di Windows Server, ma saranno testati per uso interno in alcuni servizi di Azure.
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