26/10/2016 di Redazione

Aws lancia un servizio analogo a quello offerto con Vmware

Il colosso di Seattle ha reso disponibile anche in Europa Server Migration Service, soluzione per la replica di macchine virtuali on-premise sul proprio cloud. La migrazione è completamente agentless e si gestisce con un applicativo virtuale. Supportate d

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L’annuncio dell’accordo con Vmware è ancora caldo, ma Amazon Web Services non ha perso tempo e ha lanciato un nuovo servizio orientato alla migrazione delle macchine virtuali nella propria nuvola pubblica. La novità si chiama Server Migration Service (Sms) e ricopre praticamente l’offerta comune appena presentata dalle due aziende: portare, con downtime minimi o nulli, i carichi di lavoro virtualizzati on-premise con vSphere sul cloud pubblico di Aws. Infatti, inizialmente il servizio supporterà soltanto gli ambienti Vmware, per aprirsi in futuro anche ad altri hypervisor. Sms è completamente agentless, a differenza dell’analoga offerta Azure Site Recovery di Microsoft: i clienti, quindi, per iniziare la migrazione devono installare un applicativo virtuale (Server Migration Service Connector) basato sul sistema operativo FreeBsd che agisce come gateway verso la nuvola.

Il colosso di Seattle promette ovviamente una transizione indolore: l’appliance si avvia in automatico per individuare i carichi di lavoro virtuali da replicare in cloud. Al termine del processo, le aziende si troveranno un’Amazon Machine Image (Ami) per ogni macchina virtuale, con cui poi lanciare le classiche istanze Elastic Compute Cloud (Ec2) di Aws.

Il provider fa sapere che Sms sostituirà in toto il servizio Vm Import/Export, incluso già gratuitamente nelle tariffe standard di Ec2 ed S3, e raccomanda ai clienti di utilizzare in futuro la nuova soluzione per tutte le migrazioni di macchine virtuali sulla nuvola, elemento importante anche per strategie di disaster recovery e di business continuity. Dal punto di vista dei sistemi operativi, Sms supporta numerose versioni di Windows Server, così come le principali distribuzioni Linux.

 

 

Dopo aver scelto l’ecosistema, tramite la console di gestione, l’interfaccia a linea di comando o un set di Api ad hoc, è possibile impostare la frequenza di replica che più si addice alle esigenze aziendali, riducendo anche l’impatto sulla banda. Il servizio, gratuito (si paga per lo storage di S3 e le snapshot Ebs) è già disponibile nelle regioni Stati Uniti orientali (Virginia settentrionale), Ue (Irlanda) e Asia Pacifico (Sydney).

Aws continua quindi nell’ampliamento della propria offerta (e questo è legittimo), coprendo però in questo caso un’area già servita grazie all’accordo con il colosso della virtualizzazione. “Amazon vuole chiaramente giocare un ruolo nella partita, in autonomia”, ha scritto The Register. “Vmware? Sa che non può farcela da sola. Ma forse non è molto divertente avere davanti quello che un giorno è un partner, mentre l’altro diventa un competitor rinvigorito”.

 

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