18/11/2019 di Redazione

Bando alla tecnocrazia, il Cio si prepara a essere un leader

In base a uno studio realizzato da Oxford Economics per Servicenow, il 63% dei responsabili It ritiene ormai che le competenze di business e la leadership siano più importanti della tecnologia. Ma deve crescere in coinvolgimento dei top manager nella tras

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Ormai appare scontato affermare di essere a pieno titolo nell’era della trasformazione digitale. Il vero tema portante dei processi di innovazione risiede nella capacità di connetterli strettamente con il business e coinvolgere tutti i principali stakeholder.

Lo studio “The Cio inflection point”, commissionato a Oxford Economics da ServiceNow, dimostra come i primi a essere consapevoli della posta e delle opportunità in gioco siano propria quelli che una volta erano considerati puri tecnocrati e ancora oggi scontano in parte questa storica reputazione.

Mauro Solimene, vicepresidente dell’area mediterranea di ServiceNow, fa notare come la tecnologia sia sempre più “un fattore di successo e questo fa crescere le aspettative verso i Cio. Si tratta di un ruolo in forte evoluzione ed è a queste figure che tocca il compito di impostare una strategia di evoluzione e non di mantenimento dell’esistente, dandosi obiettivi di produttività, innovazione e customer satisfaction”.

Lo studio, che ha coinvolto oltre 500 Cio su scala mondiale, fa emergere come il 63% dei diretti interessati ritenga oggi più importanti le competenze di business e la leadership rispetto alla tecnologia. Allo stesso tempo, il 64% appare consapevole di dover lavorare per coinvolgere i C-Level sul valore abilitante della tecnologia, stabilendo roadmap di innovazione chiare direttamente con i top manager.

La trasformazione digitale, però, richiede anche competenze adeguate non sempre facili da reperire sul mercato ed è per questo che il 77% dei Cio ritiene che sia una propria responsabilità stabilire un rapporto forte con il direttore delle risorse umane per attrarre e trattenere talenti, oltre che erogare formazione. Uno degli obiettivi portanti del cambiamento deve riguardare l’automazione dei flussi di lavoro interni o con gli interlocutori esterni, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza (80%), le performance finanziarie (78%), la produttività (78%) e le prestazioni dei dipendenti (76%).

 

Mauro Solimene, vicepresidente area mediterranea di ServiceNow

La digitalizzazione dei workflow è anche la principale area di focalizzazione di Servicenow, declinata soprattutto verso la produttività operativa, l’esperienza dipendenti e le relazioni clienti. La piattaforma di gestione dei servizi informatici, distribuita in modalità SaaS, è arrivata da poco alla versione New York, che aggiunge, tra le altre caratteristiche, Guided App Creator, che propone un’esperienza guidata da wizard, passo dopo passo, soprattutto per la creazione degli spazi di lavoro per i differenti utilizzatori. Inoltre, all’app nativa per gli operatori It, già presente nella precedente versione Madrid, si aggiunge quella per i dipendenti, che dal loro smartphone potranno seguire le richieste inviate, consultare il catalogo dei servizi disponibili o tracciare il percorso delle approvazioni: “Questa release, e ancor più le prossime Orlando e Parsi, attese per il 2020, punta sull’interazione in linguaggio naturale sui dispositivi mobili, con l’integrazione di Siri Shortcuts e Google Assistant”, sottolinea Antonio Rizzi, solution consultant manager di ServiceNow Italia. “Allo stesso tempo, crescerà la facilità di creare workflow digitali, anche senza saper necessariamente programmare, così come la velocità di sviluppo attraverso metodologie DevOps”.

 

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