25/02/2020 di Redazione

Brevetti VirnetX, la Corte Suprema dice di no ad Apple

I giudici hanno rigettato la richiesta di appello con cui l’azienda di Cupertino sperava di ridurre la multa da 440 milioni di dollari, richiesta nel 2018 per violazioni di brevetti.

immagine.jpg

La protesta di Apple non è stata accolta: la Corte Suprema statunitense ha rigettato la richiesta dell’azienda di Cupertino di rivedere la sentenza con cui, circa due e mezzo fa anni fa, era stata condannata a pagare quasi 440 milioni di dollari di risarcimento danni a VirnetX. L’ennesimo caso di disputa sui brevetti, ma un caso che aveva meritato parecchia risonanza mediatica, poiché coinvolge due note applicazioni dei dispositivi iOS. VirnetX è una società del Nevada che si occupa di sviluppo e brevetto di tecnologie per lo scambio dati sicuro su reti mobili: a suo dire, Apple ha usato senza permesso alcune di queste tecnologie coperte da copyright per proteggere le tramite Vpn le comunicazioni veicolate da FaceTime e iMessage.

 

Il caso era cominciato anni prima, già nel 2010, e si era poi trascinato fra sentenze di colpevolezza per Apple, ricorsi in appello, ulteriori cause e richieste di revisione. Dopo la multa da 440 milioni di dollari (439,7 milioni, per la precisione) di fine 2018 l’azienda di Tim Cook si era giocata un’ulteriore carta, chiedendo che lo U.S. Patent and Trademark Office valutasse la validità dei brevetti di VirnetX. L’ufficio brevetti, in effetti, ne aveva invalidati alcuni ma ugualmente la richiesta di risarcimento non era stata annullata.

 

Apple ha dunque puntato a salvare il salvabile, chiedendo di ottenere un processo d’appello che riconoscesse una riduzione della multa, dato che alcuni brevetti non erano più validi e che la cifra risultava, a suo dire, sproporzionata. Ora, invece, la brutta notizia: i giudici della Corte Suprema hanno rigettato la richiesta di appello. Per il momento Apple non ha commentato la decisione, che sicuramente non avrà gradito.

 

ARTICOLI CORRELATI