24/05/2016 di Redazione

Carte clonate, in Giappone rubati 11 milioni di euro in due ore

In 16 prefetture giapponesi, un gruppo di un centinaio di criminali ha eseguito in modo coordinato prelievi da 1.600 carte di credito e bancomat clonati. Le vittime possiedono un conto in banche del Sudafrica.

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Un bottino da 1,4 miliardi di yen, l’equivalente di 11,4 milioni di euro, realizzato in meno di due ore: è l’eccellente risultato di un’operazione criminale collettiva, che lo scorso 15 maggio in Giappone ha colpito circa 1.600 possessori di carte di credito o bancomat di istituti di credito sudafricani. A detta delle forze dell’ordine di Tokio, nella metropoli e in 16 prefetture avrebbero agito un centinaio di ladri, i quali avrebbero utilizzato le carte clonate per prelevare da 14mila terminali Atm di piccoli supermercati e negozi.

Muovendosi in modo rapido e sincronizzato, nell’arco delle due ore queste persone avrebbero eseguito diversi prelievi fino a raggiungere l’ammontare massimo giornaliero di 100mila yen per conto, rastrellando così la cifra complessiva di 1,4 miliardi di yen. La notizia, derivata da generiche “fonti”, è stata riportata dalla testata giapponese The Mainichi.

Poiché le carte clonate si riferivano a client di bache del Sudafrica, le autorità di Tokio stanno indagando insieme a quelle del Paese africano. La dinamica della clonazione non è chiara, anche se è facile immaginare che il furto di credenziali sia stato realizzato a partire da lettori “skimmer” di carte di credito e debito e che in un secondo momento i dati siano stati venduti sul mercato nero, per essere infine ristampati su carte contraffatte.

Si sarebbe trattato, dunque, di una frode “classica” e non particolarmente evoluta dal punto di vista tecnico, ma in compenso perfettamente organizzata e coordinata. Altri tipi di operazione criminale basati su sportelli Atm si stanno diffondendo nel mondo e anche nel Vecchio Continente, come testimoniato da uno studio condotto da Trend Micro insieme al Centro Europeo per il Cybercrime dell’Europol. Gli attacchi veicolati da malware che “infettano” gli sportelli sono in crescita: +15% fra il 2014 e il 2015. Il che lascia intuire come siano già in circolazione dei pacchetti software preconfezionati, acquistabili dagli aspiranti hacker per realizzare attacchi anche senza disporre di particolari abilità tecniche.

 

 

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