Chatbot “made in Italy”, Vedrai acquisisce il 60% di Indigo.ai
Nuova operazione societaria, tutta italiana, nell’ambito dell’intelligenza artificiale e in particolare in quello dei software conversazionali e dell'analisi predittiva.
Pubblicato il 30 agosto 2022 da Redazione

Lavori in corso nel mercato dell’intelligenza artificiale “made in Italy”. Vedrai, giovane società Spa (fondata nel 2020) che sviluppa software per l’analisi predittiva e gli agenti virtuali, ha annunciato di aver acquisito il 60% di Indigo.ai, altra azienda italiana nata nel 2016 tra i banchi del Politecnico di Milano e specializzata nello sviluppo di una piattaforma no-code per la creazione di tecnologie conversazionali. La tecnologia di Indigo.ai permette anche alle figure aziendali non tecniche (di area business, marketing e customer care) di creare chatbot e voicebot per applicazioni di servizio clienti. L’azienda milanese conta una ventina di persone in organico e annovera tra i propri clienti nomi del calibro di Santander Consumer Bank, Bayer, Lavazza e Justeat.
Vedrai, invece, sviluppa e commercializza tecnologie che permettono di simulare l’impatto delle decisioni sui risultati aziendali, tenendo in considerazione anche milioni di variabili di mercato. A due anni dalla nascita, la società ha un’ottantina di dipendenti ed è già transitata da due aumenti di capitale che le hanno permesso di raccogliere oltre 45 milioni di euro.
“Vedrai condivide con Indigo.ai la missione di rendere l’intelligenza artificiale uno strumento democratico, che sappia parlare in modo concreto ai problemi delle aziende, anche di quelle che per dimensioni o cultura sono solitamente attori non protagonisti dei grandi processi di innovazione”, ha dichiarato Michele Grazioli, presidente di Vedrai. “La tecnologia di Indigo.ai ci permetterà di rendere le nostre soluzioni ancora più semplici e intuitive da utilizzare, sviluppando una modalità di interazione basata sul linguaggio naturale che non richiede periodi di formazione o rodaggio e che quindi possa avvicinare fin da subito i nostri strumenti ai problemi che devono risolvere”.
Uno tra gli obiettivi dichiarati dell’acquisizione è quello di “accelerare il comune percorso di espansione e posizionamento non solo in Italia ma anche all'estero”. Le tecnologie di Indigo.ai e di Vedrai sono sostanzialmente complementari, fatto che permetterà di portare avanti nuovi progetti di integrazione tra le due piattaforme. “I prodotti di Indigo.ai si integrano perfettamente con quelli di Vedrai e, insieme, saremo in grado di raggiungere sempre più settori”, ha sottolineato Diego Maccarelli, head of corporate finance di Vedrai. “Il mercato dell’AI in Italia è in crescita ed è fondamentale che le aziende che condividono una visione uniscano le forze, per ottenere il massimo dei benefici e rendere il settore più competitivo e attrattivo anche all’estero”.
In particolare, il progetto più ambizioso è quello di far “parlare” di agenti virtuali di vedrai tramite chatbot e assistenti vocali basati sulle soluzioni di Indigo.ai. Quest’ultima, inoltre, sotto la nuova proprietà conserva il proprio brand, i propri prodotti e team. I cinque fondatori di Indigo.ai, Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni, restano nel capitale sociale dell’azienda.
“Grazie alla collaborazione con Vedrai, Indigo.ai accelererà il percorso di crescita ed espansione, rafforzando il proprio posizionamento come punto di riferimento per tutte le aziende che vogliono far evolvere la customer experience utilizzando l’intelligenza artificiale”, ha detto Gianluca Maruzzella, cofondatore e amministratore delegato di Indigo.ai. “La missione di Vedrai è perfettamente allineata alle nostre ambizioni e, come noi, punta a rendere l’AI una tecnologia finalmente accessibile. Questo accordo, reso possibile anche grazie al supporto di Growth Capital, rappresenta la scelta migliore per il futuro delle due società e delle sue persone, ma anche per l'ecosistema tech italiano che vede le sue aziende sempre più unite, forti e in grado di affrontare il contesto globale”.
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