Competenze digitali per tutelare il lavoro, l’Italia mette 30 milioni
All’interno del Fondo per la Repubblica Digitale partono due nuovi bandi, da 10 e da 20 milioni di euro, per lo sviluppo di competenze digitali tra i lavoratori e tra i disoccupati.
Pubblicato il 16 maggio 2023 da Redazione

L’intelligenza artificiale generativa continua a fare notizia, tra annunci di prodotti e servizi proposti dai colossi tecnologici ad azioni politiche e normative per arginare i potenziali rischi, come quello di impatti distruttivi sull’occupazione. A tal proposito, in Italia si cerca di tutelare le categorie professionali più minacciate dall’automazione e dalle applicazioni simili a ChatGPT e a Midjourney: all’interno del Fondo per la Repubblica Digitale, istituito nel 2021, sono stati aperti due nuovi bandi associati a 30 milioni di euro di finanziamento.
Uno dei due bandi, battezzato “In progresso” e finanziato con 10 milioni di euro, è teso ad accrescere le competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica. Possono partecipare al bando, presentando domanda entro il 4 agosto sul portale Re@dy, soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro.
Ci sono, invece, 20 milioni di euro per il secondo bando, “Prospettive”, teso a sviluppare competenze digitali tra le persone disoccupate e inattive di età compresa fra 34 e 50 anni (la fascia caratterizzata dal maggior tasso di disoccupazione in Italia). In questo caso possono presentare domanda, entro il 14 luglio, soggetti pubblici, soggetti privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore. Non stupisce che in questo caso il budget sia doppio: chi non lavora non può contare su attività di formazione e aggiornamento erogate dalla propria azienda, e inoltre il fenomeno della disoccupazione e dell'inattività in Italia ha dimensioni importanti. Abbiamo un tasso di inattività pari al 34,6%, il più altro tra i Paesi Ue, e nel terzo trimestre del 2022 oltre un terzo della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni risultava non occupata o in cerca di occupazione, contro una media Ue del 23,6%.
Più in generale, secondo le misurazioni dell’ultimo indice Desi (Digital Economy and Society Index) della Commissione Europea, in Italia sono sprovviste di competenze digitali di base 26 milioni di persone, ovvero il 54% dei cittadini di età compresa fra 16 e 74 anni. La media dei 27 Paesi Ue è del 46%.
“Non riusciremo a realizzare nessuna transizione digitale se non saremo capaci di coinvolgere e valorizzare tutto il capitale umano”, ha dichiarato il Sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti. “Non esiste rivoluzione digitale senza le persone. I dati dell’indice Desi ci raccontano un Paese che sul fronte delle competenze deve continuare a crescere. Per questo il Dipartimento per la trasformazione digitale sostiene questa importante iniziativa che mira proprio ad accrescere inclusione e formazione delle categorie più fragili”.
Il Fondo per la Repubblica Digitale nasce come partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri) e si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal Fondo Nazionale Complementare (Fnc).
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