15/10/2015 di Redazione

Comradre, la realtà aumentata di Microsoft è un gioco di società

Project Comradre è un progetto mirato a creare applicazioni di augmented reality per più utenti, in grado di interagire fra loro e con i medesimi oggetti virtuali. I prototipi dei visori per la "realtà auemntata condivisa", diversi dagli Hololens, sono gi

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Il vecchio concetto di realtà virtuale come esperienza di solitario isolamento dal mondo tangibile è ormai davvero superata. Non solo perché oggi si parla piuttosto di realtà aumentata, una dimensione in cui le persone e gli oggetti interagiscono con gli ologrammi, ma perché Microsoft vuol far diventare tutto questo un “gioco di società”, per così dire. Con Project Comradre, un progetto di ricerca e sviluppo dell’azienda di Redmond, due o più persone potranno visualizzare lo stesso scenario di augmented reality e interagire fra loro e con gli oggetti olografici. Per esempio, dandosi la mano e generando un’esplosione (chiaramente, virtuale).

È solo una delle possibilità della “realtà aumentata condivisa”, mostrata in un video demo in cui due studenti, appunto, si stringono la mano. Il progetto, nato dati laboratori di ricerca Microsoft guidati da Jaron Lanier (uno dei pionieri della realtà virtuale fin dagli anni Ottanta con la sua società Vpl Research), include sia lo sviluppo dei software sia dell’hardware, ovvero un tipo di visori diversi dagli Hololens.

Quelli mostrati da Lanier nel corso di una presentazione – di cui parla dettagliatamente MIT Technology Review – si chiamano Reality Mashers e il loro perfezionamento (o quello di altri prototipi di visori) è uno degli obiettivi di Project Comradre. L’altro è “lo studio di applicazioni sociali o multiutente di mixed reality, anche nota come augmented reality”, ha spiegato il ricercatore.

Con i Reality Mashers, di cui esistono varie versioni prototipali, è già possibile fruire di un ambiente “misto” reale/digitale, in contemporanea con altre persone che indossano altrettanti visori sincronizzati fra loro. Gli attuali prototipi consentono un angolo di visione di 60 gradi e, nelle sperimentazioni condotte da Microsoft, per rilevare il movimento delle persone “in scena” utilizzano software come OptiTracks.

 

Due studenti del gruppo guidato da Jaron Lanier indossano i  visori Reality Mashers

 

La realtà aumentata condivisa è, in ogni caso, un obiettivo di più lungo termine rispetto a quella “solitaria” degli Hololens. Molte le sfide tecniche da superare: perfezionare il rilevamento del movimento ma anche della direzione dello sguardo, oltre a fare in modo che gli ologrammi siano visibili da più angolazioni, coerentemente con gli spostamenti della persona e senza ritardi di segnale. I visori dovranno non solo comunicare gli uni con gli altri, ma anche saper rilevare i movimenti della testa e in alcuni casi (per esempio, se l’utente deve afferrare o spostare un oggetto virtuale) del corpo di chi li indossa. In ogni caso, il viaggio varrà il costo del biglietto per i settori che potranno beneficiare di questa tecnologia, come il gaming, l’industria dell’intrattenimento, il turismo, l’education e molti altri.
 

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