Contentsquare espande in Italia l’analisi dei viaggi digitali
Forte di un recente round di finanziamento da 500 milioni di dollari, l’azienda di origine francese intende raddoppiare il personale occupato nel nostro Paese nei prossimi nove mesi. Il Cro Pierre Casanova espone la strategia di sviluppo.
Pubblicato il 09 luglio 2021 da Roberto Bonino

Contentsquare appartiene a quella particolare elite di cosiddette aziende “unicorno”, ovvero le realtà private che hanno raggiunto una valutazione di mercato di oltre un miliardo di dollari. Ci è riuscita in meno di dieci anni dalla propria fondazione, lavorando sullo sviluppo di una propria piattaforma di digital experience analytics, che sfrutta l’intelligenza artificiale per analizzare il comportamento dei consumatori che utilizzano Web, dispositivi mobili e app per i propri acquisti.
La nuova iniezione di capitali, sostenuta da Softbank Vision Fund, segue di un anno un’analoga operazione da 190 milioni e porta la valutazione totale a 2,8 miliardi di dollari. D’altra parte, la società può contare oggi su circa 750 clienti nel mondo, 30 dei quali in Italia, con un 30% del lotto che appartiene alla lista delle global Fortune 100. A cosa si deve uno sviluppo concretizzatosi nella crescita del 121% di entrate ricorrenti negli ultimi quattro anni? “Le aziende spesso sanno bene cosa agiscono i clienti all’interno della propria rete fisica”, spiega Pierre Casanova, chief revenue officer di Contentsquare, “mentre non hanno lo stesso livello di conoscenza sulle proprietà digitali. Il Covid ha stravolto i processi d’acquisto e non bastano gli analytics, che catturano solo click e interazioni. Occorre sapere cosa succede prima e dopo. Noi sappiamo catturare l’insieme completo delle azioni compiute dai consumatori, cosa funziona o meno in un sito, dove si focalizza l’attenzione e come, di conseguenza, migliorare il digital journey”.
A differenza di altre realtà che operano in quest’ambito, ma privilegiano l’ascolto dei consumatori attraverso i social media, Contentsquare si è concentrata sulla presenza online delle aziende, sul loro sito di e-commerce o sulla struttura della app mobile, individuando errori tecnici o inefficienze che fanno perdere opportunità, anche grazie all’impiego di una tecnologia proprietaria che analizza i movimenti dei mouse per i desktop o gli swipe e gli zoom per i device mobili: “Lavoriamo su dieci miliardi di interazioni-utente al giorno e i dati aggregati consentono di generare raccomandazioni sul posizionamento dei contenuti. Il percorso-cliente, il merchandising, i prezzi o gli errori da correggere”, sottolinea Casanova.
Pierre Casanova, chief revenue officer di Contentsquare
Proprio la grandissima mole di dati presa in considerazione, ha consentito all’azienda di mettere a punto lo studio Digital Experience Benchmark, dove si sono analizzati diversi settori merceologici, prendendo in considerazione dieci indicatori di performance digitali, come bounce rate, time on page e conversion rate. Ne sono scaturite indicazioni interessanti. Ad esempio, nel consumer electronics si è potuto constatare come il numero di pagine visualizzate sia tra i più alti in assoluto, ma il tasso di conversione sia per contro molto basso, intorno all’1,2%: “Abbiamo verificato come occorrano mediamente tre sessioni per arrivare a un acquisto e i vedano oltre venti pagine per ogni sessione”, espone Casanova. “Il 2% delle pagine però presenta dei problemi e la probabilità che un utente capiti in una di queste è alta. Inoltre, meno della metà dei contenuti di un sito viene vista, quindi ci sono molti elementi inutili che si potrebbero eliminare”.
Questo tipo di macroanalisi può essere personalizzata sulle proprietà digitali delle aziende clienti, ovviamente preservando la privacy dei consumatori, tant’è che non viene raccolto alcun dato sensibile. Nella trentina di clienti già acquisiti in Italia, rientrano realtà come Banca Widiba, Brunello Cucinelli, Calzedonia, Diesel, Eni Gas e Luce, Giorgio Armani, Intesa Sanpaolo, Luxottica, Moncler e Sorgenia, tra gli altri. L’ultima tornata di finanziamento (quella precedente era stata indirizzata prevalentemente al mercato americano) consentirà di potenziare una presenza già forte di una decina di persone, ma destinata a raddoppiare già nel corso dei prossimi nove mesi.
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