Data center Aruba, l’impegno per la sostenibilità è certificato
L'azienda ha superato l’audit di conformità al Pact Auditing Framework, che certifica i progressi compiuti sulle metriche del Patto per la neutralità climatica dei data center.
Pubblicato il 23 marzo 2023 da Redazione

Il percorso di sostenibilità dei data center in Europa è lungo, ma i progressi non mancano. L’italiana Aruba è, insieme alla statunitense CyrusOne, uno tra i primi operatori di servizi cloud e colocation ad aver superato l’audit relativo alla conformità ai termini del Patto per la neutralità climatica dei data center (Climate Neutral Data Centre Pact, Cndpc). Il progetto vede impegnati decine di fornitori di servizi cloud e IT e di associazioni di categorie, uniti nell’obiettivo di arrivare al cosiddetto “impatto zero” entro il 2030. Cinque le aree di intervento identificate, ovvero l'efficienza energetica, l'uso di energia pulita, dell'acqua, i processi di riciclo e il riutilizzo del calore residuo.
Aruba è non solo tra i sottoscrittori del patto fin dal lancio, nel 2021, ma ora ha ottenuto per un primo data center la certificazione di conformità al Pact Auditing Framework, cioè l’insieme di criteri di valutazione dei progressi delle aziende aderenti. Questo quadro di riferimento è importante per scoraggiare le operazioni di greenwashing tese solo a catturare finanziamenti per e assicurarsi che gli operatori parte del Cndpc compiano progressi sostanziali verso la sostenibilità. Il framework, infatti, verifica le metriche, i dati e i processi necessari per confermare i progressi compiuti. Il Pact Auditing Framework può anche essere utilizzato dagli operatori di data center per dimostrare l'allineamento ad altre normative, tra cui la Direttiva sull'Efficienza Energetica e il Regolamento sulla Tassonomia UE 2020/852.
Sviluppato all’interno del Cndpc, è stato recentemente condiviso con la Commissione Europea e ora è a disposizione di qualsiasi società di revisione indipendente (gli audit su Aruba e CyrusOne sono stati condotti da Bureau Veritas). “La neutralità climatica è un obiettivo essenziale e non negoziabile”, ha commentato Fabrizio Garrone, enterprise solution director di Aruba. “L’audit eseguito rispetto ai requisiti del Patto conferma che disponiamo dei processi e delle misure utili a rispettare gli obiettivi entro il 2030".
Oltre che nel percorso di sostenibilità, Aruba ha appena compiuto un passo avanti anche all’interno di Gaia-X, alleanza e iniziativa spesso etichettata come “cloud europeo”. Si tratta di un'iniziativa intersettoriale che mira a federare centinaia di fornitori di servizi e infrastrutture di data center, accomunate dal rispetto di principi di sicurezza, privacy e sovranità sui dati. Aruba ha recentemente annunciato il suo ingresso nel Gaia-X Digital Clearing House, la rete di “nodi esecutivi” che valutano la conformità delle aziende agli standard di Gaia-X.
In sostanza, il progetto fa affidamento su alcuni “nodi” decentralizzati che supporteranno gli operatori di data center interessati a far parte della federazione, li aiuteranno a ottenere l’adesione agli standard infine ne valuteranno la conformità. Insieme alla multinazionale tedesca T-Systems, Aruba sarà uno dei due “nodi” europei di Gaia-X.
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