DataCore lancia l’object storage di Swarm, alternativa al cloud pubblico
La soluzione ereditata da Caringo permette di archivare, gestire, interrogare dati, consentendo l’accesso multiprotocollo a qualsiasi applicazione, dispositivo o utente.
Pubblicato il 15 aprile 2021 da Redazione

Lo storage a oggetti on-premises può essere una soluzione che semplifica la vita alle aziende, aiutandole a gestire, memorizzare e proteggere i loro dati. Anche petabyte di dati, all’occorrenza. Ne è convinta DataCore Software, società specializzata in storage che presenta ora il frutto dell’acquisizione di Caringo di qualche mese fa: questo frutto si chiama Swarm ed è, appunto, una soluzione per l’archiviazione a oggetti capace di gestire anche grandi quantità di dati, nell’ordine dei petabyte. Già presente nel portafoglio prodotti di Caringo (e utilizzato da centinaia di clienti, fra cui il Dipartimento della Difesa statunitense, BT, Disney Streaming Services, il National Institutes of Health e Argonne National Labs), ora è ufficialmente parte dell’offerta di DataCore.
Swarm permette l'accesso multiprotocollo a qualsiasi applicazione, dispositivo o utente finale. creando una libreria di contenuti flessibile e immediatamente accessibile. Per DataCore rappresenta una possibile alternativa al cloud pubblico, anzi una migliore alternativa, dato che comporta costi decisamente inferiori. Il software alla base di Swarm è stato progettato per gestire in modo sicuro miliardi di file e petabyte di informazioni.
Come funziona? Il programma costituisce le basi per lo storage, l'accesso e l'analisi dei dati, garantendone al contempo l'integrità ed eliminando le dipendenze dall'hardware. Una delle sue caratteristiche è la scalabilità, ma va sottolineata anche la flessibilità di utilizzo, dato che si presta a realizzare sia attività di conservazione a lungo termine sia la gestione workload con velocità di trasferimento dati molto elevate. Swarm può essere impiegato per lo storage primario di file multimediali (inclusi video di dimensioni nell’ordine dei terabyte), che possono essere trasmessi in streaming direttamente dall’object store o ridotti a clip per creare video più piccoli, adatti alla condivisione.
Le applicazioni possono anche memorizzare informazioni come cartelle cliniche e backup o archiviare dati direttamente su Swarm utilizzando un'Api compatibile S3 o protocolli di file standard, come NFS/SMB. Per tagliare ulteriormente i costi dell’archiviazione, è possibile spostare i dati “freddi” e “tiepidi” di Windows File Server, NetApp e Dell Emc Isilon su soluzioni di object storage a basso costo, senza creare impatti negativi su utenti finali o applicazioni. Swarm aiuta anche a trovare ciò che cerchiamo grazie a metadati avanzati e a funzionalità di ricerca.
DataCore sottolinea, infine, come l’architettura multi-tenant sia ideale per i provider di servizi o per i reparti IT centralizzati, che forniscono storage-as-a-service alle varie divisioni o filiali di un’azienda. I fornitori di servizi ospitati, cloud e gestiti, possono scegliere di adottare DataCore Swarm acquistando licenze in abbonamento o con pagamento in base ai consumi.
“Le aziende si stanno muovendo in direzione del software-defined storage man mano che i clienti ne comprendono la flessibilità, la facilità d'uso e i vantaggi economici che questo approccio mette sul tavolo rispetto a quelli più definiti dall'hardware”, ha sottolineato Eric Burgener, Research Vice President, Infrastructure Systems, Platforms and Technologies Group di Idc. “Grazie all'acquisizione di Caringo, DataCore offre ora una completa piattaforma di software-defined storage, che supporta storage a blocchi, file e oggetti, con una semplice strategia di licenza a prezzo fisso per terabyte. Molti clienti possono apprezzarne la value proposition per gli amministratori che devono gestire tutte e tre le tipologie di dati”.
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