DataCore si allarga a tutto lo storage, dal software all’hardware
Con la strategia DataCore One, la società punta a soddisfare tutte le esigenze di storage dei clienti. Si parte con il lancio di un motore di analisi predittiva, un appliance iperconvergente e un modello di licensing a consumo.
Pubblicato il 09 luglio 2019 da Paolo Galvani

Il settore del software-defined storage ha vissuto grandi evoluzioni negli ultimi anni, integrandosi sempre più con la filosofia del data center interamente definito dal software. In questo contesto, DataCore Software è una delle aziende che per prime ha creduto nella gestione virtuale dello storage, lanciando l’originaria versione della sua tecnologia oltre vent’anni fa. Oggi la società ha annunciato un importante passo in avanti, presentando la sua visione generale del settore, battezzata DataCore One, che passa anche dal lancio di diverse novità di prodotto e da un modello di licensing basato sul “pay-per-use”.
Con DataCore One, l’ambizione della società è quella di diventare l’unico punto di riferimento per tutte le tipologie di storage, da quello primario che richiede elevate prestazioni a quello secondario, fino ad arrivare a backup e recovery e infine all’archiviazione. Gestendo lo storage in forma di blocchi, file e oggetti con un solo pannello di gestione, DataCore si astrae completamente dai produttori di hardware e sposta il focus sui servizi dati che possono fare la differenza: operazioni predittive, ottimizzazione basata su policy e analisi dei dati attraverso l’utilizzo di machine learning e intelligenza artificiale. Tutto questo grazie a un nuovo motore battezzato DataCore Insight Services.
In questa ottica, la società ha anche lanciato un appliance iperconvergente, battezzato HCI-Flex e proposto sia con Microsoft Hyper-V sia con VMware vSphere) e un modello di licensing basato sul consumo, calcolato in base alla quantità di terabyte gestiti. L’offerta prevede abbonamenti da uno, tre o cinque anni e verrà veicolata, esattamente come le licenze perpetue, attraverso il canale.
DataCore ha unito la semplicità alla flessibilità. L’offerta HCI-Flex permette di aggiungere in modo indipendente capienza o capacità di calcolo, mantenendo la gestibilità propria del software-defined storage. In più, è possibile ottenere elevata disponibilità con soli due nodi, contro i tre tradizionalmente richiesti dalla maggior parte dei concorrenti, e arrivare fino a un massimo di 64. Disponibili in versione 1U o 2U, gli appliance hanno prezzi che partono da poco meno di venticinquemila dollari.
Dave Zabrowski, il nuovo Ceo, recentemente nominato al posto di George Teixeira (che diventa presidente esecutivo).
“Pensiamo di avere una proposizione unica”, sostiene il Ceo, Dave Zabrowski. “Quello che i CIO desiderano è la semplicità di gestione, unita a flessibilità e agilità”. Tutti elementi che la società ritiene di poter offrire, eliminando per esempio la necessità di scegliere tra storage tradizionale, software-defined storage e iperconvergenza. DataCore One, infatti, si propone come soluzione sostanzialmente universale.
MERCATI
- Vendite di Pc in calo del 29%, Hp continua a guardare al futuro
- Vendite di Pc in calo, ma infrastrutture e servizi aiutano Lenovo
- Il cloud fa da traino a Sap, obiettivi più ambiziosi per il futuro
- E-commerce, in Italia solo il 15% sceglie i punti di ritiro
- LinkedIn pianifica licenziamenti ma anche nuove assunzioni
NEWS
- Intelligenza artificiale, un rischio pari alla bomba atomica?
- L’assistente virtuale di Juniper si apre a ChatGPT e ai dati di Zoom
- L’Ai generativa si radica negli sviluppi di Red Hat
- Aziende avanti sul multicloud, ma sicurezza e visibilità sono critiche
- DevSecOps, un corso di formazione per diventare esperti