Dati medici studiati dall’AI: il progetto di Google deve far paura?
Il Wall Street Journal ha svelato dettagli preoccupanti su Project Nightingale, una collaborazione fra Big G e una società di servizi sanitari statunitense. Google ha difeso gli scopi dell’iniziativa, ma restano sospese alcune domande.
Pubblicato il 12 novembre 2019 da Valentina Bernocco

Google si interessa della salute delle persone, o per meglio dire dei loro dati medici. Con il nome in codice di Project Nightingale (Progetto Usignolo) è partita da qualche mese una collaborazione con Ascension, la principale società di servizi sanitari statunitense, una società a vocazione cattolica e proprietaria 150 ospedali e oltre cinquanta strutture per anziani in 21 Stati federali. Così ha svelato il Wall Street Journal e così hanno confermato le due aziende dirette interessate, ma le loro versioni differiscono sostanzialmente.
Per la società di Mountain View, il progetto è rispettoso della privacy e mira a scopi benefici: usando l’intelligenza artificiale nell’analisi dei dati, si potranno migliorare i servizi sanitari e la salute delle persone. Per la “persona informata sui fatti” sentita dal Wsj, invece, sarebbero già emersi diversi comportamenti nebulosi e qualche rischio per la privacy.
Il punto di vista di Google
Stando alle dichiarazioni di Tariq Shaukat, president for industry products and solutions di Google Cloud, Ascension è un cliente che ha scelto i data center di Big G, i quali semplicemente erogano un servizio senza avere responsabilità sui dati. Le due aziende, però, hanno avviato alcuni test ancora in fase iniziale per capire come trarre valore dai dati di Ascension, e in particolare per migliorare l’efficacia delle cure mediche e la salute dei pazienti.
L’iniziativa, si ribadisce, rispetta la riservatezza: i dati dei paziente “non possono e non saranno combinati con alcun dato sui consumatori di proprietà di Google”. Inoltre il progetto rispetta la legge americana sul trattamento dei dati sanitari: l’Health Insurance Portability and Accountability Act, in vigore dal 1996, permette agli ospedali di condividere con i propri partner commerciali i dati dei pazienti, anche senza il consenso di questi ultimi ma a patto che le informazioni siano usati per erogare i servizi di cura e assistenza medica. Non possono esserci secondi fini, insomma.
I dubbi del Wall Street Journal
E invece le indiscrezioni del Wall Street Journal insinuano che dei secondi fini potrebbero esserci, o se non altro gettano qualche preoccupazione. I dati coinvolti nel progetto includerebbero risultati di laboratorio, referti, documenti di ricovero e dimissione e altro ancora, permettendo di ricostruire l’intera storia clinica di un paziente, completa di nomi, cognomi e date di nascita. Né i circa 10 milioni di pazienti né i medici citati in questa massa di dati sarebbero stati avvisati del fatto che almeno 150 dipendenti di Google hanno avuto accesso a tale materiale.
L’azienda di Mountain View ha in corso altri contratti nel settore sanitario, per esempio quello con Mayo Clinic. Nel caso di Project Nightingale, tuttavia, la condivisione dei dati medici sarebbe più ampia ed estesa. E il dubbio è che Google possa usare i dati di Ascension per allenare nuovi strumenti di intelligenza artificiale monetizzabili in futuro.
Una ghiotta opportunità
Finora siamo nel terreno delle ipotesi, ma di certo Google cammina su un terreno minato. Negli Stati Uniti proseguono gli incontri fra i procuratori generali di 48 Stati, impegnati in un’indagine su possibili violazioni antitrust nel campo dell’online advertising, mentre è ancora fresco il ricordo delle polemiche sulle conversazioni catturate dal Google Assistant condivise con orecchie esterne, pur per ragioni di miglioramento del servizio.
Il terreno è minato ma l’opportunità è ghiotta: i dati relativi salute e dintorini, al benessere, alle abitudini quotidiane e alle attività fisiche delle persone non sono ancora stati analizzati e monetizzati al pari, per esempio, dei dati degli acquisti online. Google ha gettato le premesse per esplorare questo ambito con la recente acquisizione da 2,1 miliardi di dollari di Fitbit.
La società di ricerca MarketsandMarkets stima che il mercato degli healthcare analytics (descrittivi, cognitivi, predittivi e prescrittivi) abbia raggiunto quest’anno un giro d’affari di 14 miliardi di dollari. E siamo solo all’inizio: nel 2020 si arriverà a un valore annuo di 50,5 miliardi di dollari, concentrato soprattutto negli Stati Uniti e a seguire in Europa e in Asia. Lo scenario è dominato da una manciata di player specializzati, ma si sono ritagliati un grosso spazio anche Ibm, Sas e Oracle.
(Fonte: MarketsandMarkets)
La società di ricerca MarketsandMarkets stima che il mercato degli healthcare analytics (descrittivi, cognitivi, predittivi e prescrittivi) abbia raggiunto quest’anno un giro d’affari di 14 miliardi di dollari. E siamo solo all’inizio: nel 2020 si arriverà a un valore annuo di 50,5 miliardi di dollari, concentrato soprattutto negli Stati Uniti e a seguire in Europa e in Asia. Lo scenario è dominato da una manciata di player specializzati, ma si sono ritagliati un grosso spazio anche Ibm, Sas e Oracle.
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