Dell vuole alleggerirsi, la sua SecureWorks diventerà pubblica
L’azienda texana ha fatto richiesta per quotare i Borsa la sua società satellite, specializzata in sicurezza It, che resterà comunque in parte controllata da Dell anche dopo l’offerta pubblica iniziale. Un altro passo nel complicato percorso vero l’acquisizione di Emc.
Pubblicato il 18 dicembre 2015 da Redazione

Dell sembra intenzionata a “ristrutturare” casa prima di far posto a un nuovo inquilino, Emc, con la pianificata acquisizione del valore di 67 miliardi di dollari. L’azienda texana ha fatto richiesta alla Securities and Exchange Commission statunitense per quotare la sua controllata SecureWorks in Borsa con un’Ipo che è temporaneamente fissata a 100 milioni di dollari, e che – come di norma avviene – potrà poi essere soggetta a ritocchi. Si tratta sostanzialmente della conferma di indiscrezioni svelate già a ottobre da TechCrunch e dal Wall Street Journal.
Secondo quest’ultimo, stando alle dichiarazioni di una fonte confidenziale, l’obiettivo di Dell è di ottenere dagli investitori un bottino di un miliardo di dollari. Attualmente Michael Dell, con il suo fondo fiduciario, controlla oltre il 71% di SecureWorks, e a detta della fonte anonima non starebbe pensando a vendere le proprie azioni.
Tornando alle notizie ufficiali, nella richiesta inoltrata Securities and Exchange Commission si spiega che dopo l’offerta pubblica iniziale, SecureWorks non opererà come società indipendente bensì resterà in parte controllata da Denali (la holding creata per rendere nuovamente privata la stessa Dell, con l’operazione di buyback compiuta nel 2013). Denali, in sostanza, continuerà a esercitare un controllo su questioni che richiedono l’approvazione degli azionisti, inclusa la nomina di dirigenti e operazioni societarie di rilievo.
Acquistata da Dell nel 2011 per 612 milioni di dollari, SecureWorks è un’azienda specializzata in protezione delle reti e in servizi di sicurezza gestiti, che vanta 4.100 clienti di cui molti nel settore bancario. Bank of America, in particolare, è responsabile del 12% del suo fatturato annuo. Fatturato che cresce, con un giro d’affari che nei nove mesi di compresi tra inizio febbraio e fine ottobre di quest’anno ha raggiunto i 245,4 milioni di dollari (contro i 190,7 milioni dell’analogo periodo del 2014), a fronte però di un’erosione dei profitti e di un aumento dei costi.
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