Il software-defined di Vmware si avvicina alla piattaforma di sviluppo cloud-native di Pivotal per sostenere nuove pratiche DevOps. Le due aziende hanno annunciato la nuova Developer-Ready Infrastructure, che unisce soluzioni per il data center definito dal software (Sddc) del colosso della virtualizzazione a Cloud Foundry di Pivotal: quest’ultima fornisce un ambiente pensato per il cloud, che adotta un approccio basato sui microservizi per facilitare lo sviluppo di applicazioni. Per dare più agilità ai team di developer delle aziende, riducendo gli attriti che nascono dall’integrazione continua con la produzione, entra in gioco il data center definito dal software di Vmware. Secondo il vendor, unire le risorse porta alla creazione di software in modo più veloce e frequente.
Vengono inoltre ridotti i problemi operativi tradizionali, i ritardi e il codice extra. Gli operatori It possono disporre di risorse computazionali, storage, networking e sicurezza definite dal software e dei giusti strumenti automatizzati per carichi di lavoro basati su microservizi, in esecuzione nei container. Tutto sullo stack fornito dal Sddc di Vmware.
Eseguire Cloud Foundry con Nsx, soluzione per la virtualizzazione delle reti, consente alle aziende clienti di gestire in modo più semplice le regole del firewall, attivando di conseguenza le policy. La compliance delle applicazioni può essere verificata immediatamente, analizzando i flussi di traffico. L’alta disponibilità per servizi come load balancer e firewall rende inoltre possibile una delivery continua.
Con il recente rilascio di Pivotal Cloud Foundry 1.10, insieme a una nuova funzionalità che si chiama Isolation Segments, i clienti possono isolare le risorse per diverse applicazioni per ragioni legislative, di performance, contabili o altro. I Security Groups di Nsx possono essere utilizzati con Isolation Segments per rafforzare ulteriormente la sicurezza di questi segmenti applicativi.