25/08/2015 di Redazione

Dieci è meglio che uno: il Mit svela prototipo di stampante 3D

I ricercatori del prestigioso ateneo statunitense hanno sviluppato MultiFab, dispositivo capace di utilizzare contemporaneamente dieci materiali differenti, per creare oggetti complessi arricchiti anche da circuiti stampati e sensori. Il sistema costa set

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Il Massachussets Institute of Technology ha deciso di dare un notevole impulso alla stampa 3D. I ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (Csail) del prestigioso ateneo statunitense hanno infatti svelato il prototipo della prima stampante a tre dimensioni al mondo capace di lavorare simultaneamente su dieci materiali differenti. Fino a oggi, infatti, quasi tutti i dispositivi erano capaci di utilizzarne soltanto un tipo per volta, tranne certi modelli che si spingevano fino a tre ma con costi proibitivi (anche 250mila dollari). I ricercatori universitari hanno invece sviluppato una stampante classificata come “low cost” (settemila dollari), che può essere utilizzata senza nessun intervento umano in fase di montaggio e adatta quindi anche alle mani meno esperte. Il dispositivo, chiamato MultiFab, opera a dimensioni di quaranta micron, circa la metà del diametro di un capello umano, ed è il primo device al mondo a utilizzare tecniche di acquisizione 3D tramite sistemi completamente automatizzati di machine-vision.

Questo, come spiegato dal gruppo del Csail del Mit, offre due vantaggi chiave. Innanzitutto, MultiFab è in grado di procedere con calibrazioni e correzioni automatiche, liberando così gli utenti da queste accorgimento, spesso necessari ma complicati. Per ogni strato del progetto in corso di stampa, il sistema crea feedback e rileva eventuali errori generando di conseguenza delle cosiddette “maschere correttive”.

In seconda battuta, MultiFab dà all’utente la possibilità di inserire nell’oggetto componenti complessi come circuiti stampati e sensori. Un avanzamento tecnologico importante, che permetterà di creare oggetti finiti, senza bisogno di intervenire nuovamente dopo la fase di stampa. Il team di ricercatori è già riuscito a fabbricare una serie di prodotti come custodie per smartphone e Led, ma teoricamente un prototipo come MultiFab potrebbe dare il la a una piccola rivoluzione manifatturiera, con cui fabbricare oggetti non solo per l’uso quotidiano, ma anche per settori come le telecomunicazioni o il medicale.

Di certo, al momento, c’è che la ricerca del Mit ha aperto la strada alla stampa 3D multi materiale. Processo fino a oggi ritenuto quasi impossibile, a causa dei differenti “comportamenti” delle materie utilizzate, che rispondono in modo diverso alla pressione e alle alte temperature necessarie per la creazione di oggetti finiti. Andando oltre il classico metodo per estrusione, finora utilizzato dalla maggior parte delle stampanti a tre dimensioni, MultiFab mischia gocce microscopiche di fotopolimeri che vengono poi “spruzzati” con ugelli simili a quelli delle inkjet tradizionali.

 

Fonte: Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (Csail), Mit

 

E l’occhio vigile del sistema dà anche la possibilità di inserire direttamente oggetti nel vano interno. Ad esempio, si può collocare uno smartphone nella stampante MultiFab e, grazie ai sensori di acquisizione, creare un progetto tridimensionale di una custodia perfettamente aderente al cellulare, che verrà addirittura stampata “addosso” al device. Riducendo così praticamente a zero il rischio di errori e sbavature.

 

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