Digitale e green, i due motori dell’occupazione in Italia
Secondo le previsioni di Unioncamere, nei prossimi cinque anni saranno richiesti 1,5 milioni di professionisti con competenze informatiche di vario tipo, e 1,6 milioni di esperti di ecosostenibilità.
Pubblicato il 26 novembre 2020 da Redazione

In Italia ci sarà sempre più bisogno di competenze digitali sul mercato del lavoro. Le nuove previsioni del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, presentate in occasione dell’evento digitale Job&Orienta, ci dicono che nei prossimi cinque anni le aziende e gli enti pubblici avranno bisogno di 1,5 milioni di lavoratori in grado di sapersi destreggiare con Internet e con l’informatica in maniera più o meno professionale. Il digitale, inteso in senso lato, sarà uno dei principali motori dell’occupazione accanto all’area dell’ecosostenibilità (saranno ben 1,6 milioni le figure esperte di tematiche green richieste nei prossimi cinque anni).
Fin troppo si è già scritto sulle ragioni che renderanno le competenze su Internet ancor più necessarie di quanto non fossero fino a ieri: la pandemia di covid-19 e i conseguenti lockdown hanno spostato nella dimensione digitale molte attività lavorative di ogni genere, rendendo ancor più cruciale per poter lavorare il possesso di strumenti tecnici e di competenze adeguate.
Fonte: Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior
A detta di Unioncamere, nei prossimi cinque anni la domanda di competenze digitali interesserà sia le figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come quelle dei data scientist, degli analisti Big Data analyst, degli esperti di cloud computing, di sicurezza informatica, di Business intelligence, di intelligenza artificiale. All’intersezione delle due aree protagoniste del mercato del lavoro nei prossimi anni, inoltre, ci sarà una professione di cui si parla da relativamente poco, ma in crescita: l’informatico ambientale. Per la formazione delle competenze di questa figura esistono oggi corsi universitari e master inclusivi di esami in ingegneria e informatica delle scienze ambientali, ma ancora non esiste un corso di laurea ad hoc.
Da Unioncamere in questi giorni sono giunti anche alcuni dati non felici in merito all’imprenditoria femminile. Le aziende guidate da donne conteggiabili nel terzo trimestre di quest’anno sono 1,3 milioni, il 22% del totale delle imprese italiane registrate nelle Camere di Commercio. Il lockdown ha avuto effetti depressivi su questo microcosmo più che sulla controparte maschile: tra inizio aprile e fine giugno si è registrato un calo del 42,3% nel tasso di nascita di nuove imprese a guida femminile, mentre per le altre il calo è stato del 35,2%.
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