29/04/2020 di Redazione

E-procurement: la scelta della piattaforma fa la differenza

La crisi conseguente alla pandemia ha mostrato ancora una volta quanto sia importante saper selezionare sistemi sicuri. Ancora scarsi gli strumenti di valutazione del rischio di fornitura e dell’affidabilità del provider.

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Jaggaer, uno dei più grandi provider di soluzioni per lo spend management a livello mondiale, ha presentato, nel corso di un webinar, i risultati di un’indagine condotta in collaborazione con Promo Pa Fondazione.

La survey ha analizzato il mercato delle tecnologie di e-procurement, ascoltando le voci più autorevoli della domanda e dell’offerta. L’e-procurement è, come è noto, un punto nodale, approfondito anche dal Decreto Cura Italia, per agevolare l’accesso ai servizi digitali entro la fine dell’anno come leva di ripresa e di sviluppo delle regioni italiane.

Il report di ricerca ha preso avvio dall’analisi del mercato, radicata di fatto su un doppio binario di grandi aziende It internazionali e i piccoli-medi operatori, prevalentemente nazionali o regionali. Le stazioni appaltanti del mondo pubblico intervistate, le 50 più grandi, sottolineano nella quasi totalità l’importanza di costanti e ingenti investimenti da parte degli operatori economici, per fronteggiare l’innovazione normativa mantenendo alti gli standard di sicurezza delle piattaforme e dei dati, per coprire tutti gli ambiti di rischio.

 

 

Anche da un punto di vista organizzativo interno, le stazioni appaltanti non cercano competenze manageriali e informatiche per le nuove soluzioni integrate e raramente selezionano nuovo personale o scelgono di formare quello esistente per gestirle al meglio. E tuttavia, l’analisi puntuale di 29 recenti bandi pubblici sui 5 parametri fondamentali (solidità finanziaria, standardizzazione, sicurezza, certificazioni e soluzioni verticali) rivela che in quasi tutti i documenti analizzati non è richiesto alcun requisito finanziario sulla solidità dell’operatore economico, né della sua capacità di fare investimenti nel tempo. E solo in pochi casi, si individuano richieste relative a precedenti esperienze nel settore. Ma anche l’elencazione dei requisiti funzionali tende al generico ed è poco dettagliata, lasciando un ampio margine di manovra agli offerenti, mentre limitatamente ai requisiti tecnici, si pone attenzione all’interoperabilità delle piattaforme e al dialogo con i sistemi Anac. Circa il 60% si dichiara soddisfatta delle scelte operate, mentre un terzo dei rispondenti lamenta la mancanza di servizi a valore aggiunto e la metà, invece, riscontra problematiche sul sistema qualità.

“La leva prevalente all’acquisto di piattaforme rimane l’obbligo normativo (oltre il 60%)” afferma Annalisa Giachi, responsabile della ricerca per Promo Pa Fondazione “a conferma che troppo spesso ancora le stazioni appaltanti si accingono agli acquisti di piattaforma senza conoscere in modo adeguato il mercato e valutare i rischi connessi alla scelta dei fornitori”.

“Il mercato delle soluzioni di e-procurement”, ha spiegato Mario Messuri, General Director e Vp South Europe di Jaggaer, “richiede grandi capacità di investimento e innovazione ai provider, per assicurare ai clienti pubblici soluzioni sempre in linea con i requisiti di legge e con i progressi della tecnologia; se da un lato è apprezzabile lo sforzo del Decreto Cura Italia, che prevede, all’articolo 75, un iter semplificato per acquistare beni e servizi informatici, dall’altro lato, occorre che le pubbliche amministrazioni siano consapevoli dell’importanza di alcuni fattori, quali la sicurezza dei dati, l’affidabilità finanziaria delle aziende, l’assistenza tecnica e molto altro, quando scelgono una piattaforma. Il servizio pubblico non può permettersi interruzioni di servizio o ritardi, tanto nella quotidianità ordinaria quanto nelle situazioni di emergenza come queste, che richiedono tempismo e prontezza per fronteggiare nell’interesse pubblico le occorrenze: l’e-procurement è sempre più cruciale a garantire la Business Continuity tanto nel pubblico quanto nel privato”.

Per supportare gli operatori italiani, che più di altri si stanno impegnando nella scelta delle migliori soluzioni, gli esperti di Promo Pa e Jaggaer propongono una “Mappa della sostenibilità”, ossia un insieme di linee guida per orientare le stazioni appaltanti nella costruzione di bandi e capitolati, valutando il livello di sostenibilità complessiva del fornitore sulla base di 5 famiglie di indicatori: la solidità finanziaria, il possesso di certificazioni di qualità, la conoscenza del settore pubblico, la possibilità di gestire soluzioni standard replicabili e la sicurezza dell’infrastruttura.

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