Il futuro dei data center
Pubblicato il 26 novembre 2015 da Valentina Bernocco Pagine: 1, 2
Estendendo lo sguardo al di fuori dello Stivale, come saranno le sale macchine del futuro? Alcune tendenze si affermeranno già a partire dal 2016 e poi sempre più negli anni a venire. Cinque, per la precisione, a detta di Emerson Network Power. Si intensificherà, innanzitutto, la “caccia alle inefficienze”, sia nei data center interni alle aziende sia in quelli che forniscono servizi attraverso il cloud. Secondo una ricerca di Anthesis Group, in media i server dei data center aziendali vengono utilizzati sfruttando dal 5% al 15% della loro capacità di elaborazione; il 30% delle macchine fisiche, inoltre, è quasi inattiva ovvero non fornisce servizi di elaborazione da sei mesi o più.
In futuro, dunque, sempre più si cercherà di identificare ed eliminare l’hardware che non serve e, parallelamente, si cercheranno modi per sfruttare il potenziale di calcolo che attualmente risulta sprecato. Per esempio, creando un modello di cloud computing distribuito, in cui la capacità in eccesso viene messa sul mercato e venduta a chi ne ha bisogno.
La seconda previsione riguarda la crescente importanza dell’architettura dei centri dati, nella consapevolezza che la tecnologia da sola non basti a garantire efficienza. “I nostri clienti ci chiedono di sviluppare un'architettura su misura adatta al loro ambiente e alle loro esigenze specifiche”, conferma Franco Costa, vice president e general manager Power Systems di Emerson Network Power per la regione Emea. “Non adottano più automaticamente la tradizionale architettura energetica poiché si rendono conto che un sistema su misura per le loro esigenze è in grado di offrire ulteriori vantaggi nel lungo periodom tra cui una maggior disponibilità, efficienza e risparmi”.
La terza tendenza riguarda l’affermazione progressiva di Redfish, il nuovo standard per sistemi aperti e gestione di sistemi sviluppato da Intel, Dell, Hp ed Emerson Network Power: a detta di quest’ultima, favorirà migliore visibilità, controllo e automazione per le reti di data center. L'adozione di tale standard, inoltre, contribuirà a definire best practice per le applicazioni di Internet of Things.
Nella quarta previsione si ipotizza che il tema della sostenibilità ambientale, accanto a quello dei risparmi, diventi sempre più importante per le aziende. Si avvicina, infatti, la scadenza del 2020, anno entro cui l’Unione Europea dovrà ridurre del 20% i suoi consumi energetici rispetto ai livelli del 2007. L’ultima delle cinque tendenze in via di affermazione è quello che Emerson chiama il “data center di quartiere”: strutture periferiche, inserite all’interno di complessi aziendali o in zone residenziali ad alta densità, che funzionano come satelliti di una struttura centrale. Il loro successo dipenderà dall'uso di sistemi intelligenti e standardizzati, gestibili da remoto.
Continua nella lettura:
- Pagina 1. Efficienza energetica, ancora troppi errori nei data center italiani
- Pagina 2. Il futuro dei data center
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