06/05/2014 di Redazione

Emc World 2014: come cambia lo storage

Alla profonda trasformazione dell’It attualmente in atto, Emc risponde con una serie di novità che vanno dalla versione 2.0 del software per la virtualizzazione dello storage Vipr alla appliance Elastic Cloud Storage, dai nuovi DataDomain alla soluzione E

immagine.jpg

Si è aperto ieri a Las Vegas l’Emc World 2014 sotto il segno di un’unica parola: “redefine”. Lo storage sta infatti vivendo un momento di profonda trasformazione, da un lato spinto ad assecondare le esigenze dettate dall’esplosiva crescita dei dati (secondo Idc passeranno dai 4,4 zettabyte del 2013 ai 44 zettabyte del 2020), e dall’altro al centro di un processo imperniato sul concetto di “definito dal software” che investe i data center nel loro complesso. L’esigenza di ridurre i costi legati allo storage e di semplificarne la gestione, pur mantenendo la barra dritta nella direzione delle grandi prestazioni e della sicurezza dei dati, ha portato a una serie di annunci che riguardano una nuova versione del software per la virtualizzazione dello storage, un’appliance battezzata Elastic Cloud Storage, una soluzione per il cloud ibrido per ora compatibile con ambienti VMware e una nuova versione del sistema di deduplica DataDomain. Oltre a questo, Emc ha anche annunciato l’acquisizione di Dssd, una società specializzata in storage flash.

"Redefine" è la parola d'ordine all'Emc World 2014










Il software per la virtualizzazione dello storage Vipr è giunto alla sua seconda versione implementando numerose novità, a cominciare dalla possibilità di supportare anche il tradizionale storage a blocchi e non solo quello a oggetti o Hdfs. A livello funzionale è ora possibile eseguire la replicazione e la distribuzione dei dati a livello geografico, mentre a livello di compatibilità è aumentato il numero di sistemi supportati. Vipr 2.0 può ora accogliere, oltre ai dischi fissi standard, l’hardware a marchio Emc, Hp (Sl4540) e NetApp, mentre attraverso un plug-in Cinder OpenStack supporta batterie di hardware Dell, Hp e Ibm.


La nascita di Elastic Cloud Storage (Ecs) apre invece nuove opportunità in termini di scalabilità, potendo unire lo storage presenti nelle cloud pubbliche e private. L’appliance, che nasce dal progetto Nilo annunciato lo scorso anno, è in grado di gestire storage a oggetti e Hdfs (tre le configurazioni disponibili: 360 terabyte, 1,4 petabyte e 2,9 petabyte), a blocchi (con versioni da 120 o 240 terabyte) o con una combinazione dei due. Ecs può essere organizzata in cluster per raggiungere capienze dell’ordine degli exabyte. Secondo Emc, che sottolinea come sia possibile attraverso questa soluzione mantenere il controllo totale dei propri dati pur mantenendo l’agilità e la flessibilità tipiche del cloud pubblico, l’adozione della soluzione Ecs garantisce un costo totale di possesso (Tco) più contenuto dal 9 al 28 per cento rispetto alle alternative di Amazon e Google.




Per rimanere in tema di cloud ibrido, Emc ha anche annunciato la sua soluzione Hybrid Cloud. Si tratta di un’architettura di riferimento “end-to-end” che permette di unire i vantaggi delle due tipologie di cloud basandosi sulle tecnologie delle aziende che compongono la galassia Emc: sistemi per lo storage e la protezione dei dati, la piattaforma-as-a-service e la Big Data Suite di Pivotal, le soluzioni per la virtualizzazione e la gestione della cloud di VMware e il VMware vCloud Hybrid Service. Per il momento la soluzione proposta da Emc supporta solo ambienti VMware, ma presto saranno supportati anche quelli basati su OpenStack e quelli di Microsoft.

A sorpresa, Emc ha annunciato l'acquisizione della californiana Dssd




L’altra novità annunciata ieri da Emc è il DataDomain Dd2200, un sistema per la decuplica e la protezione dei dati dedicato alla piccola e media impresa. Tra le nuove funzionalità di questa versione c’è una nuova tecnologia che permette di mantenere i dati anche in caso di interruzione dell’alimentazione di rete.
 

Sotto i riflettori all’Emc World 2014 sono poi finite le tecnologie flash, rappresentate nell’immediato dai sistemi XtremeIO presentati lo scorso anno, che garantiscono elevatissime prestazioni con una incredibile costanza in termini sia di velocità di trasferimento dati sia in termini di tempi di latenza, e per il futuro dalle soluzioni di Dssd, società californiana di cui è stata annunciata ieri l’acquisizione. Dssd ha messo a punto un’architettura di storage basata su tecnologia flash e studiata per l’implementazioni in armadi rack che ha l’obiettivo di supportare carichi di lavoro di database in-memory (come Sap Hana) o Big Data. L’accordo, il cui valore finanziario non è stato reso noto, verrà finalizzato entro la fine di giugno. Le prime soluzioni commerciali dovrebbero invece arrivare nel corso del 2015.


Intanto la società si sente tanto sicura della qualità dei suoi attuali sistemi flash da avere lanciato una sorta di concorso: chiunque riuscirà a provare che un sistema XtremeIO si è autonomamente spento, ha accusato una riduzione significativa delle prestazioni o si è ridotto a uno stato inutilizzabile riceverà un milione di dollari. L’offerta, che viene presentata come una sorta di garanzia, rimarrà valida fino al 30 settembre prossimo.




scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI