Da qualche anno, F5 ha ripensato alla propria strategia per proporsi come specialista nella sicurezza e nel delivery delle applicazioni, espandendo così un ruolo creato e costruito soprattutto nell’ambito della gestione delle infrastrutture informatiche, un tempo concentrate nei data center.

Lungo questo percorso, si collocano le numerose acquisizioni effettuate negli ultimi tempi, da quella del 2021 di Volterra (sicurezza via Api basata su machine learning), a quella piuttosto onerosa di Shape Security (1 miliardo di dollari per uno specialista di protezione dai bot), senza trascurare Nginx (Web e application server).

Tutto questo insieme di tecnologie si combina oggi nella nuova offerta Distributed Cloud Services, creata per integrare in un’unica piattaforma SaaS unificata le funzionalità di networking multicloud, sicurezza e computing edge-based: “I processi di digitalizzazione sono iniziati prima della pandemia, ma poi si sono accelerati, esasperando la centralità delle applicazioni nell’attuale contesto di business”, spiega Maurizio Desiderio, country manager di F5 per Italia e Malta. “La crescente complessità generata da infrastrutture ibride, sviluppi legati ai microservizi e relativo ampliamento della superficie di attacco richiede la disponibilità di una piattaforma che copra tutti gli aspetti semplificando la vita degli amministratori”.

Maurizio Desiderio (country manager) e Paolo Arcagni (systems engineer) di F5 per Italia e Malta

Su questo disegno generale, F5 ha intenzione di costruire diverse tipologie di servizi. Il primo prende il nome dalla sigla Waap (Web App and Api Protection) e integra interfacce-utente di front-end e data lake di back-end per offrire servizi cloud distribuiti di sicurezza. Vi sono integrati il tradizionale “pezzo forte” del vendor, ovvero l’application delivery controller Big-Ip e il correlato Waf (Web application firewall), il Web application server ereditato da Nginx, i tool di sicurezza per Api portati a casa con Nginx e la protezione intelligente dai bot di derivazione Shape Security: “Le nostre soluzioni possono essere implementate su qualsiasi piattaforma on-premise o public cloud a seconda delle preferenze dell'utente”, sottolinea Paolo Arcagni, systems engineer di F5 per Italia e Malta. “Le policy di sicurezza definite dalle aziende possono essere integrate senza dover apprendere le complessità di ogni piattaforma cloud presente sul mercato. Poter sfruttare un servizio gestito come il nostro aiuta le realtà che, soprattutto in Italia, hanno approcciato il cloud partendo da quello privato e ora finalmente si stanno aprendo a una logica multicloud”.

L’ offerta Distributed Cloud Services rappresenta l’ultimo step del processo di evoluzione di F5 al di là del tradizionale business legato ai data center e al networking. A sottolineare il cambiamento, è intervenuto nel 2021 anche il cambio parziale di nome, con la decisione di abbandonare la parola “Networks”, prima presente nella ragione sociale. La presenza nel mondo legacy è ancora molto forte, ma ormai appare chiaro l’intento di spostare il posizionamento verso la fornitura di tecnologie di application delivery e sicurezza in ambienti ibridi multicloud e sempre più orientati all’edge computing: “In questo disegno, resta centrale per noi il ruolo del canale, al quale ci appoggiamo completamente, essendo noi meri fornitori di tecnologia”, riprende Desiderio. “Abbiamo relazioni forti con system integrator che ci hanno seguito nel cambiamento, ma oggi vediamo avvicinarsi a noi anche soggetti che qualche anno fa non ci conoscevano per nulla e questo denota la qualità e l’efficacia del percorso che abbiamo intrapreso”.