30/05/2017 di Redazione

Facebook critica i tedeschi: contro l'hate speech non servono multe

L'azienda di Menlo Park ha definito come inadeguata e incostituzionale la proposta di legge avanzata recentemente dal ministro della Giustizia tedesco. Il testo prevede multe salate per i social network che non provvedano a rimuovere rapidamente i contenu

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I rapporti tra la Germania e Facebook si fanno più tesi, anche se mai come quelli fra Angela Merkel e Donald Trump. In terra germanica il social network, insieme al suo collega Twitter, sono accusati di non fare abbastanza per combattere le bufale online e i discorsi d'odio, o hate speech che dir si voglia. Due temi entrambi caldi in questi mesi, su cui si stanno impegnando tanto i protagonisti del Web 2.0 quanto le istituzioni. Risale a pochi giorni fa il voto favorevole del Consiglio Europeo su una nuova proposta di legge che, se approvata dal Parlamento, trasformerà in obbligo quella che attualmente è una pratica discrezionale per piattaforme come Facebook, Twitter e YouTube, ovvero la rimozione dei contenuti (in questo caso, solo quelli video) fomentatori di odio, discriminazione, violenza, intolleranza o bullismo.

L'ultimo atto di questo percorso in fieri riguarda però non una norma europea, bensì tedesca. Anche in questo caso di tratta di una proposta di legge, presentata lo scorso aprile dal Ministro della Giustizia Heiko Maas: il Network Enforcement Act ( Netzwerkdurchsetzungsgesetz in tedesco, anche abbreviato come NetzDG) prevede multe per i social network che non provvedano in tempi rapidi alla rimozione di contenuti offensivi e violenti, o che non forniscano adeguati report mensili sul modo in cui vengono gestite le segnalazioni. La sanzione massima, prevista per chi lasci passare 24 ore senza rispondere a una segnalazione su un “contenuto chiaramente criminale”, è di 50 milioni di euro.

Ora, il Network Enforcement Act è al momento solo una proposta che dovrà passare prima al vaglio del gabinetto dei ministri e poi del parlamento. Ma Facebook ha già messo le mani avanti dichiarando che nella sua forma attuale il testo “non è adatto a combattere i discorsi d'odio e le fake news”. Lo spauracchio delle multe, pendenti peraltro su una materia che talvolta lascia margini di interpretazione soggettiva, spingerebbe i social network a prendere decisioni sbagliate. “La bozza di legge”, afferma l'azienda di Menlo Park in una nota, “fornisce un incentivo a cancellare i contenuti non eviedentemente illegali, data la sproporzionata minaccia di multe”.

 

Il ministro federale della Giustizia tedesco, Heiko Maas

 

 

Nel tentativo di non avere problemi, insomma, le piattaforme Web potrebbero praticare una censura non solo eccessivamente severa, ma ingiustificata. Avrebbe, inoltre, l'effetto di “trasferire la responsabilità di complesse decisioni legali dalle autorità pubbliche ad aziende private”. E non è tutto: a detta di “numerosi esperti legali” consulati da Facebook, la proposta di Heiko Maas violerebbe sia le normative europee, sia addirittura la costituzione tedesca. In alternativa a questo scenario, la società californiana si è offerta di collaborare con le istituzioni tedesche per mettere a punto una soluzione migliore per tutti. All'inizio dell'anno Facebook aveva scelto proprio al Germania per avviare anche in territorio europeo la propria opera di "caccia alla bufale", già iniziata negli States.

 

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