25/09/2012 di Redazione

Facebook punta su ARM e Tilera per i data center

Il più grande social network del mondo sta testando architetture di chip non x86 per le sue server farm nell'ottica di ridurre i consumi di corrente notevole a fronte di prestazioni adeguate alle richieste.

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Facebook sta inserendo processori ARM e Tilera nei suoi data center per valutare sul campo soluzioni non-x86. Il beneficio che si aspetta è ovviamente un consistente risparmio di corrente a fronte di prestazioni adeguate alle necessità.

La notizia è stata riportata da ZDNet, che ha intercettato i messaggi pubblicati sui social network da due ingegneri hardware coinvolti nei test. Al momento non è chiaro quali chip stia usando l'azienda, quello che è certo è che fino al prossimo anno non saranno disponibili le CPU a 64 bit dell'azienda inglese, quindi le valutazioni in corso oggi servono solo per preparare il terreno a uno switch nel caso in cui tutte le prove andassero a buon fine.

Facebook sta costruendo un data center a Prineville, in Oregon

Matt Corddry, responsabile della progettazione hardware dell'azienda di Menlo Park, ha infatti confermato che "ARM-64 è molto più interessante per i data center [...] siamo molto interessati".

L'interesse verso i chip ARM è dovuto principalmente ai bassi consumi rispetto ai prodotti x86. Basti pensare che un server basato su Calxeda consuma all'incirca 5W per nodo, rispetto ai 20 Watt delle CPU Xeon più parsimoniose.

Si parla in dettaglio di server deputati a fornire pagine web o responsabili di erogare servizi cloud di massa, che stanno sempre di più attirando i consumatori e che stanno portando alla proliferazione dei data center. Il primo effetto collaterale è un consumo smodato di corrente, argomento sul quale ieri il New York Times ha messo l'accento con un'inchiesta. Le soluzioni ARM si prospettano come la soluzione ideale: consumi bassi a fronte di prestazioni adeguate alle necessità contingenti.

Per un'azienda come Facebook i vantaggi possono essere sostanziali. Basti pensare che il suo data center a Prineville, in Oregon consumerà una volta terminato circa 80MW, di cui verosimilmente 64MW per alimentare i server. La differenza a cui si accennava prima fra 20 Watt e 5 Watt per nodo può essere determinante.

I chip ARM sono destinati a spodestare le soluzioni x86 nei data center?

Per quanto riguarda Tilera la motivazione è meno votata al risparmio e più alle prestazioni: secondo un case study della stessa Facebook (PDF) il chip a 64 bit è il 64% più veloce di una soluzione Intel nella gestione di un carico di lavoro Memcached

Quella di ARM quindi non è più solo un'eventualità, perché come ha spiegato il responsabile delle infrastrutture Amir Michael "la questione non è se, ma quando."

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