Mark Zuckerberg continua a sorridere. Facebook ha avuto un altro trimestre da record, con un fatturato di 7,01 miliardi di dollari, in crescita del 56 per cento anno su anno, e profitti pari a 2,38 miliardi: un boom del 166 per cento rispetto al terzo trimestre del 2015. L’utile per azione è schizzato a 0,82 dollari, segnando il secondo botto stellare in questa trimestrale: più 165 per cento anno su anno. Solida anche la crescita degli utenti su base mensile, giunti a 1,79 miliardi (più 16%), e superiore alle attese degli analisti, che stimavano una user base di 1,75 miliardi di iscritti. Facebook si conferma quindi il vero re Mida dei social network: negli ultimi 15 mesi ha sempre polverizzato le attese della vigilia e in tre trimestrali consecutive ha registrato aumenti in termini di entrate superiori al 50 per cento.

E nel regno della creatura di Mark Zuckerberg la parte della principessa la recita ancora la pubblicità, soprattutto da mobile, che ha permesso all’azienda di proporsi come diretta rivale di Google in termini di inserzioni pubblicate sul Web. L’84 per cento del fatturato di Facebook è stato generato grazie all’accesso tramite smartphone e tablet: sono ormai 1,66 miliardi su base mensile gli utenti che consultano il social network da mobile (più 20%).

Su base giornaliera si scende a 1,09 miliardi, ma il dato è comunque impressionante. Gli inserti pubblicitari hanno portato nelle casse dell’azienda 6,82 miliardi di dollari (più 59%) e ancora una volta i video hanno fatto la parte del leone. “Abbiamo avuto un altro buon trimestre”, ha commentato Zuckerberg. “Stiamo facendo progressi nel dare priorità ai video sulle nostre applicazioni e nell’esecuzione della nostra roadmap tecnologica per i prossimi dieci anni”.

Durante la call con gli analisti, il Ceo di Facebook ha sottolineato come “la videocamera sarà il mezzo principale con cui gli utenti condivideranno” contenuti. E i fatti sembrano dargli fin qui ragione. Da aprile, mese di lancio, Facebook Live ha per esempio quadruplicato il proprio tasso d’utilizzo. Si è comportato bene anche il servizio Instagram Stories, che include foto e video in grado di svanire dopo 24 ore.

 

Fonte: Facebook

 

Interrogato su come pensa di far crescere ancora una piattaforma ormai matura sotto diversi punti di vista, Zuckerberg ha spiegato che il cammino si dividerà in tre tappe: la prima sarà rappresentata dall’esperienze utente, la seconda da un’interazione più naturale tra clienti e aziende e la terza sarà incentrata esclusivamente sul business, per dare alle imprese più possibilità di raggiungere le proprie platee di consumatori.

Parlando delle ormai numerose app che rientrano sotto il proprio ombrello, il Ceo del gruppo di Menlo Park ha aggiunto che Instagram (con ben 500 milioni di iscritti) si trova nella terza fase, Messenger nella seconda grazie anche a ben 33mila bot che conversano in automatico con gli utenti e Whatsapp, infine, si appresta ad approdare a questo step. Sempre che l’Unione Europea non metta i bastoni tra le ruote alla piattaforma di messaggistica istantanea.

Durante la chiacchierata con gli analisti, il numero uno della società ha portato al centro dell’attenzione anche l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale, due tecnologie su cui Facebook sta scommettendo. Si vedano a mo’ di esempio l’acquisizione di Oculus e gli stessi bot di Messenger. I controller per i visori Oculus Rift, chiamati Touch, arriveranno negli Stati Uniti ai primi di dicembre e l’azienda investirà altri 250 milioni nello sviluppo di nuove applicazioni per la Vr. Grande spazio verrà dato allo sviluppo software.

 

Fonte: Facebook

 

Tornando ai numeri, su 1,79 miliardi di utenti su base mensile, 229 milioni provengono da Stati Uniti e Canada; 342 dall’Europa e 629 dall’Asia-Pacifico. L’area nordamericana è però quella più profittevole per Facebook, grazie a 3,56 miliardi di dollari incassati su 7,01 totali. Il Vecchio Continente ha contribuito invece con 1,60 miliardi. Il ricavo medio per utente (Arpu) ha sfondato a livello globale quota quattro dollari (4,01), portandosi a 15,65 dollari in Usa e Canada e a 4,72 dollari in Europa.

Nonostante numeri da capogiro, le azioni di Facebook hanno traballato nelle ultime ore. Secondo gli analisti di Seeking Alpha, la flessione (seppure lieve e sicuramente non preoccupante su base annua, dove il titolo è in crescita del 20%) è da imputare al fatto che ormai l’asticella del consenso per il social network è fissata troppo in alto. Per continuare a rassicurare i mercati, l’azienda dovrà proseguire su questa strada: ma riuscirà a riportare ogni tre mesi un boom del 56 per cento in termini di ricavi?